9 dicembre 2008 - Cosa devono avere (o non avere) fatto gli abitanti di Ucria, in prov. di Messina, per accaparrarsi il non ambito primato della ‘maglia nera’ per assoluta carenza di cure e prevenzione del territorio? Sui siti dell’ambientalismo ecumenico, sostenuti dall’unica agenzia che rigurgita salmi e protocolli d’intesa, non c’è traccia. Sul sito dell'Ente Parco dei Nebrodi, col quale Ucria ha progetti in comune, non transitano nefandezze. Sul sito di Legambiente Sicilia non siamo riusciti a trovare, se non “La difesa del suolo in Italia - una politica per fermare il dissesto idrogeologico, Roma 3 marzo 2006”, nella quale di Ucria e del suo dissesto idrogeologico da maglia nera non vi è traccia, mentre figurano le “ fiumare siciliane messe a dura prova dall’ urbanizzazione irrazionale e dall’ abusivismo”. Segno che due anni fa Ucria era a posto, almeno dal punto di vista del cancro idrogeologico? Nella stessa ‘vertenza’ di Legambiente, come si legge “non sono esonerati da questa antropizzazione selvaggia nemmeno i Nebrodi e le sue fiumare. (...) I Nebrodi costituiscono la parte mediana - fra i Peloritani e le Madonne - di quella propaggine appenninica…”. Ovviamente ‘Madonne’ è uno scherzo del correttore automatico e sta per Madonie, chiaro segno che quel correttore di Madonie non deve avere sentito parlare, neppure nelle tabelle dello stipendio, ma solo di Nebrodi.
Territorio dei Nebrodi, si legge ancora “ inciso da brevi corsi d’acqua a carattere torrentizio, chiamati “ fiumare”. Queste fiumare segnano il territorio, innervandolo quasi completamente. L’ equilibrio idrogeologico e la naturalità delle fiumare dei Nebrodi sono stati sconvolti dalla realizzazione di imponenti, quanto immotivate, opere di imbrigliamento e di arginamento. Queste opere hanno avuto conseguenze devastanti dal punto di vista ambientale, compromettendo delicati ecosistemi acquatici e la distruzione della vegetazione ripariale; hanno provocato dissesti alle sponde, hanno impedito ai detriti alluvionali di giungere a mare, innescando il fenomeno di erosione delle spiagge. Gli interventi sono stati eseguiti, tra la fine degli anni ’ 80 e l’ inizio degli anni ’90, in assenza di pianificazione di bacino e di valutazione dell’ impatto ambientale”.
Ora forse, in seguito a qualche quantitativo di convegni e protocolli d’intesa, con qualche uccello riabilitato, con qualche benefica cavalcata, l’unico problema che rimane è Ucria, sventurata cittadina dei Nebrodi, facente parte del 'Piano Strategico da Oscar', tanto propagandato in questi giorni. Ucria, cittadina recalcitrante dinnanzi a tanto fiorire di attività culturali, al punto da non potersi redimere... Chissà, delle volte un risveglio delle coscienze, se un De Andrè resuscitato potesse inviarvi colà una novella Bocca di Rosa, per marciare sculettante sotto la croce, al fianco dell’officiante contrito, e riportare l’amore pure in quel paese, dopo averlo portato in altre comunità così guarite tra un miserere e un’estrema unzione. Estrema unzione che non fa paura ai guru dell’ambientalismo ecumenico che dopo avere resuscitato gli uccelli potranno provarci con i luoghi e con gli uomini. Ucria, che fino a un anno addietro era 'arte e natura' e secondo molti ancora lo è.
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