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PROVINCIA, IL RILANCIO DELL'AEROPORTO DELLO STRETTO


MOZIONE del 14/05/2009

Al Signor Presidente della Provincia Regionale di Messina
Al Signor Presidente del Consiglio Provinciale di Messina

OGGETTO: RILANCIO AEROPORTO DELLO STRETTO

Il Gruppo Consiliare del "Popolo delta Libertà' della Provincia regionale di Messina,

PREMESSO

Che da tempo è sempre più evidente che Trenitalia intende alienare gradualmente i collegamenti ferroviari e navali.

Che è quindi più accentuato I'isolamento di Messina e della Sicilia tutta dalla Penisola;

Che anche i collegamenti tra le città di Messina e 1'Aeroporto dello Stretto sono stati negli ultimi tempi sempre più limitati, arrecando disagi sempre più pesanti agli utenti;

CONSIDERATO

Che è urgente intervenire per assicurare più funzionali collegamenti tra le due sponde dello Stretto per venire incontro alle esigenze di quanti debbono raggiungere la Penisola o arrivare in Sicilia.

IMPEGNA

II presidente della Provincia regionale di Messina ad adoperarsi perché, accantonando, sia pure temporaneamente, il pur valido progetto di realizzare un aeroporto nel territorio mamertino, alla luce anche della costruzione del Ponte dello Stretto, si adottino tutti quei provvedimenti mirati al rilancio dell'aeroporto dello Stretto:

- aumentare la partecipazione azionaria nel Consiglio di Amministrazione della SOGAS e quindi nominare almeno un componente nello stesso Consiglio d'Amministrazione:

- intervenire perché la compagnia aerea di bandiera Alitalia aumenti i voli di collegamento tra Reggio Calabria, Roma, Firenze e Venezia e che la stessa Alitalia si decida ad adottare, come per la Sardegna, tariffe ridotte per e dalla Sicilia;

- adoperarsi per una convenzione da stipulare con la Società Tourist Caronte perché la stessa applichi adeguate riduzioni di prezzo sui biglietti richiesti da utenti residenti nelle aree di Messina e Reggio Calabria e per quanti utilizzino le navi della stessa società per poter raggiungere I'Aeroporto dello Stretto e viceversa;

- infine che si concretizzi in tempi brevi il progettato collegamento diretto con l"Aeroporto dello Stretto, attuando il check-in in partenza da Messina al fine di facilitare al meglio la fruizione dello scalo reggino da parte degli utenti messinesi.

II Gruppo consiliare del PDL ritiene prioritari gli interventi proposti ritenuti indifferibili al fine di evitare che la sempre più conclamata volontà di RFI di alienare i collegamenti nello Stretto, accentui un isolamento che appare sempre più gravemente lesivo degli interessi sociali ed economici non solo dei messinesi ma della Sicilia tutta.
Il Capogruppo Angelo Passaniti

MOZIONE del 14/05/2009

INTERVENTO AL SENSI DELL'ART. 23. PERSISTENZA FRANE STRADA BORDONARO - CUMIA SUPERIORE.

Si porta a conoscenza di questo Consiglio provinciale che, a tutt'oggi, nonostante le proteste degli abitanti di Cumia Superiore, non sono state rimosse le due frane che persistono già dal mese di dicembre sulla strada Bordonaro - Cumia Superiore. Si fa presente che gli stessi abitanti di Cumia Superiore hanno gravi difficoltà per poter raggiungere la città non potendo, i mezzi pubblici, transitare nella predetta strada. Inoltre le stesse frane, essendo in prossimità di curve, rappresentano un grave pericolo per I'incolumità dei passanti. Si prega, pertanto, informare la Prefettura, la Protezione Civile ed il sindaco del Comune di Messina, affinché si attivino per risolvere il problema trattandosi, peraltro, di un intervento che richiede poco tempo ed una spesa irrisoria. Il consigliere
Angelo Passaniti
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COSTITUITA L’ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE DELLA SALSICCIA PASQUALORA DI CACCAMO

Caccamo (Pa), 24/04/2009 - A Caccamo in piazza vittorio Emanuele n. 1 alla presenza del dott. Giorgio Panzeca, e del Fiduciario Slow Food Caccamo – Franco Pecoraro si è firmato l’atto costitutivo e lo statuto che regolerà la Nuova Associazione di Promozione della “Salsiccia Pasqualora Di Caccamo” Voluta fortemente dal veterinario Franco Pecoraro e da alcuni macellai Caccamesi, Raimondo Canzone, Totò Neglia, e Nino Siragusa, L’Associazione condividendo i principi ispiratori del movimento nazionale Slow food, ha come scopo la realizzazione, la gestione, e la promozione della filiera produttiva per la produzione , commercializzazione e promozione della Salsiccia Pasqualora di Caccamo” e di prodotti similari e derivati e della salsiccia frescaL’Associazione si propone:di rivalutare l’antica tradizione del territorio di Caccamo nella produzione della Salsiccia stagionata Pasqualora, sostenere, promuovere e tutelare il prodotto e le sue modalità di produzione legate al territorio della citta di Caccamo, promuovere la nascita di marchi commerciali del prodotto.In collaborazione e seguendo i dettami e e le direttive Slow Food.“Per valorizzare la tradizione enogastronomica Siciliana, occorre ripartire dal territorio e dai nostri prodotti tipici d’Eccellenza, con un’operazione che è anzitutto un’operazione culturale per salvare la sapienza artigianale dei produttori Caccamesi“ e di un Prodotto eccellente che è la Salsiccia prossima "Arca del Gusto Slow Food - ha detto Franco Pecoraro Fiduciario della condotta Slow Food n° 570, Caccamo Himera Monti Sicani ; mentre Salvatore Neglia presidente della neonata Associazione, Raimondo Canzone e Nino Siracusa rispettivamente,vice presidente e Segretario, hanno sottolineato la necessità di puntare “sulla qualità e bontà del prodotto” proveniente da suini locali, in una chiave non localistica per portare le eccellenze regionali nel mondo” seguendo i canoni del Buono Pulito e Giusto. I Firmatari della nuova Associazione, oltre a Salvatore Neglia (presidente) Raimondo Canzone (vice presidente) Nino Siragusa (segretario) gli altri sono : Gullo Maria, Gullo Daniela, Panzeca Maria Pia, Vecchio Giuseppina, tutto al femminile. La Salsiccia Pasqualora di Caccamo, già dal 1850 veniva elaborata seguendo quelle indicazioni e la ricetta tramandata dagli artigiani della carne del tempo, mani esperte impastavano le carni provenienti dai suini allevati in casa e nelle aziende agricole dei notabili del tempo e l’ultima salsiccia dell’anno veniva elaborata egregiamente nel periodo Pasquale, fatta in maniera eccellente per rimanere perfetta tutta l’estate… questa tradizione continuo con la Famiglia Canzone che già nel 1865 e poi nel 1920 apriva le prime macellerie di quei tempi, ciò permesso che l’arte di lavorare la carne , in maniera professionale, a Caccamo, si tramandasse da padre in figlio… L’associazione si prefigge di non fare scomparire questa storia, questa cultura, quest’arte tutta tipica della cittadina medievale di Caccamo. Il Fiduciario della Condotta Caccamo Himera Monti Sicani Franco Pecoraro
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RIAPERTO IL PALAZZO REALE DI FICUZZA

Palermo, 23 aprile 2009 - Anche la Sicilia ha la sua Reggia di Caserta, nella Riserva naturale orientata di Ficuzza, a 45 chilometri da Palermo. Da oggi, e per i prossimi weekend, il “Reale Casino di caccia alla Ficuzza” (così come si legge sui documenti dell’epoca) dove Ferdinando IV di Borbone amava organizzare le battute di caccia - suo diletto preferito - potrà essere visitato. Il gioiello storico-architettonico, progettato da Giuseppe Venanzio Marvuglia, lo stesso architetto che ha lavorato alla realizzazione della Palazzina Cinese, è stato riaperto dopo un accurato lavoro di restauro, voluto dal Dipartimento Azienda Foreste Demaniali dell’assessorato regionale all’Agricoltura, che ha acquisito il prestigioso immobile.
Alla cerimonia di apertura, avvenuta stamattina, hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale all’Agricoltura e Foreste, Giovanni La Via, e quello ai Beni Culturali, Ambientali e alla Pubblica Istruzione, Antonello Antinoro, il presidente della Provincia Giovanni Avanti e il dirigente generale del Dipartimento regionale Azienda foreste Demaniali, Fulvio Bellomo.
“La Sicilia - spiega l’assessore La Via - parla offrendosi al mondo attraverso i propri luoghi straordinari, la propria cultura e folklore e il proprio patrimonio enogastronomico. E in un luogo dove gli spazi rurali e le aree forestali rappresentano la realtà di vasti territori, conferire all’agricoltura anche una funzione turistica è certamente indispensabile”.
Nel corso della manifestazione, sono state presentate le attività realizzate, negli ultimi anni, dall’ente gestore che fanno della Riserva di Ficuzza un polo di eccellenza per la conservazione della biodiversità vegetale e animale dell’Isola. Tra queste la Banca regionale del germoplasma vegetale, a Valle Maria, la nuova aula didattica intitolata alla memoria del perito agrario forestale, Antonino Saccaro, presso il Centro regionale di recupero della fauna selvatica e l’innovativo Piano di gestione selvicolturale dell’area naturalistica, realizzato in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università di Palermo.
“Un altro prezioso scrigno - dichiara l’assessore al Territorio e Ambiente Sorbello - si somma all’inestimabile patrimonio ambientale e culturale della Sicilia. Un patrimonio composto da quasi 600 mila ettari di territorio tutelato, circa il 20% della superficie dell’isola, diviso in quattro parchi e 79 riserve naturali, che sono una risorsa preziosissima della nostra isola”.
All’interno del Palazzo verrà realizzato il nuovo museo della Riserva naturale orientata. Il Centro visitatori della Riserva si articolerà in due sezioni, una architettonica in cui sarà ospitato il museo storico del Palazzo reale tra cui anche, a disposizione del pubblico più curioso, la riproduzione di pubblicazioni, custodite nell’archivio storico di Stato, che testimoniano le diverse fasi costruttive della Reale Casina e l’altra ambientale dove sarà presentato il ricco patrimonio di biodiversità faunistico - vegetale della Riserva con l’utilizzo di strutture tecnologiche hardware e software per un’informazione interattiva con il visitatore.
Il primo piano sarà destinato a sede degli uffici della Riserva naturale orientata, mentre sarà di pura rappresentanza e di pubblica fruizione l’ala dell’appartamento e della stanza reale. Per i locali del sottotetto l’intervento è finalizzato esclusivamente al recupero di tutti gli ambienti.
La Reale Casina riapre dopo un accurato lavoro di restauro realizzato dal Dipartimento regionale Azienda foreste demaniali, nel solco della sua mission che coniuga progetti di tutela degli ecosistemi presenti sul territorio con attività di valorizzazione della memoria storica.
“Aver restituito al suo antico splendore, il Palazzo Reale dei Borboni - afferma il dirigente generale Fulvio Bellomo - significa dare alle popolazioni dei diversi comuni che ricadono nell’area della Riserva, un’opportunità di crescita che sappia trovare nelle radici profonde del proprio vissuto, la volontà di costruire nuove prospettive di sviluppo compatibile e duraturo”.
La complessa attività di restauro, nell’ambito di Agenda 2000 (misura 1.11 del Pit 19 - Alto Belice Corleonese) ha visto il coinvolgimento di un gruppo di studio interdipartimentale, che ha utilizzato tecniche di restauro in conformità alla “carta del restauro”.
“Il Real casino di caccia - afferma l’assessore Antinoro - rappresenta una testimonianza del lavoro sinergico compiuto fra vari rami dell’amministrazione regionale e ha le carte in regola per divenire un punto di riferimento, in Sicilia, sia per le peculiarità storico-artistiche che per quelle naturalistiche”.
In particolare, sono stati oggetto di restauro: i sotterranei, che sono stati riportati all’assetto originario, rimuovendo alcuni lievi interventi che negli anni erano stati eseguiti sulla struttura; il piano terra, dove è stata ripristinata l’originaria distribuzione planimetrica degli ambienti e l’antica pavimentazione; il primo piano, il sottotetto, i prospetti, la copertura e le scale di servizio.
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G8 AMBIENTE: BUFARDECI, “OCCASIONE UNICA PER LA SICILIA”

Palermo, 21 aprile 2009 - “Il vertice G8 sull’ambiente che inizia domani a Siracusa è un’occasione unica per ribadire la centralità euro mediterranea della Sicilia. E’ anche il momento per confermare le scelte del governo regionale che hanno posto le premesse affinché la nostra isola diventi luogo virtuoso per una politica energetica eco compatibile, che crei sviluppo tutelando l’ambiente e le meravigliose ricchezza dei nostri territori”. Lo sostiene Titti Bufardeci, vicepresidente della Regione siciliana, alla vigilia dei lavori del G8 sull’Ambiente, che prenderanno il via al Castello Maniace di Siracusa.
Per Bufardeci, “ da Siracusa, città del mondo tra le città del mondo, forte di una storia e di un respiro lungo tremila anni, partono nuove sfide e si affrontano le nuove responsabilità che sono patrimonio reale dell'umanità di oggi e delle generazioni di domani. Con il G8 di Siracusa, dedicato ai temi della tutela ambientale, si vuole lanciare un importante messaggio politico sulle biodiversità, sul rapporto tra salute e ambiente, sul tema dei cambiamenti climatici. E' un punto di svolta per coinvolgere nella lotta ai cambiamenti climatici i key players mondiali, coloro che incidono sul sistema della produzione e del consumo di energia”.
“Dal vertice di Siracusa - continua - dovranno discendere comportamenti virtuosi, utili a limitare l’impatto del clima e indicare la strada che porti la “macchina mondiale” a inquinare meno e consumare meglio l’energia necessaria per lo sviluppo. Siracusa diverrà il paradigma di come ciascuna comunità sia chiamata a mettere in evidenza le proprie aree di forza, gli specifici patrimoni da valorizzare. Siracusa ha già individuato una principale area di policy: la sua storia, il suo ambiente, la sua cultura, patrimonio mondiale Unesco, in antitesi a chi concepisce lo sviluppo come numero puramente quantitativo dell’economia, basato solo su indicatori di crescita. Accettiamo come possibile anche una strategia di "decrescita", e l'adozione di una politica di consumo consapevole, disponibile a forme alternative di distribuzione e soprattutto capace di progettare un' attività nel tempo, ossia una capacità di manutenere le prestazioni sul lungo periodo bilanciando ogni volta interessi ed esigenze. Per difendere il nostro ambiente, abbiamo bisogno di tutti. Per realizzare tutti insieme dialogo e solidarietà, essenza civile per uno sviluppo di tutti e di ciascuno, sviluppo che sia il segno d’identità e di visibilità dell’agire siciliano in Italia e in ogni luogo del mondo”.
Piero Messina
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IL G8 AMBIENTE A SIRACUSA OCCASIONE PER LA CITTA' E PER LA SICILIA

Intervento del vice presidente della Regione Siciliana, Titti Bufardeci al G8 di Siracusa
21/04/2009 - Dal 2006 Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica sono iscritte nella World Heritage List. Un traguardo ambito, un onore che catapulta la patria di Archimede nell’Olimpo delle città simbolo che rappresentano nell’intero pianeta la cultura, la storia, la magnificenza architettonica e ambientale. La cultura è l’anima di un popolo. L’anima di questo popolo, a Siracusa, è patrimonio dell’umanità. E da Siracusa, città del mondo tra le città del mondo, forte di una storia e di un respiro lungo tremila anni, partono nuove sfide e si affrontano le nuove responsabilità che sono patrimonio reale dell'umanità di oggi e delle generazioni di domani.
Il G8 di Siracusa, dedicato ai temi della tutela ambientale, vuole lanciare un importante messaggio politico sulle biodiversità, sul rapporto tra salute e ambiente, sul tema dei cambiamenti climatici. E' un punto di svolta per coinvolgere nella lotta ai cambiamenti climatici i key players mondiali, coloro che incidono sul sistema della produzione e del consumo di energia. Da Siracusa dovrà partire il confronto tra i grandi interlocutori in materia di emissioni e si porranno le basi per una riflessione comune con la nuova amministrazione statunitense, attiva come non mai nella promozione delle green strategy, che ha annunciato un atteggiamento più attivo sul tema dell’ambiente. All'Italia tocca il compito di presiedere e indirizzare la discussione, ricercare unità d'intenti e coordinamento degli interventi per la condivisione di obiettivi concreti.
Dal vertice di Siracusa dovranno discendere comportamenti virtuosi, utili a limitare l’impatto del clima e indicare la strada che porti la “macchina mondiale” a inquinare meno e consumare meglio l’energia necessaria per lo sviluppo e il benessere di popoli e Nazioni. Siracusa viene considerata città della cultura e del turismo all’interno di un contesto naturale e territoriale di straordinario valore, ha costruito una relazione inedita fra dimensione locale e globale.
Siracusa, in nuce, è il paradigma di come ciascuna comunità sia chiamata a mettere in evidenza le proprie aree di forza, gli specifici patrimoni da valorizzare. Siracusa ha già individuato una principale area di policy: la sua storia, il suo ambiente, la sua cultura, patrimonio mondiale Unesco.
Per questo, la consacrazione di Siracusa, quale luogo ideale per celebrare il vertice mondiale sull'Ambiente, coincide con l’obiettivo finale: fare di questa città una città dei saperi, della produzione di cultura e della sua fruizione, dotata di centri di eccellenza artistica e ambientale e di beni culturali in rete.
Non una città astratta, ma la concreta società locale di Siracusa che si prospetta e si proietta in un futuro possibile e sostenibile. Sostenibile come devono essere le proposte politiche sull'ambiente affrontate in questi giorni del G8.
Siracusa si presenta come luogo di cultura, in antitesi a chi concepisce lo sviluppo come numero puramente quantitativo dell’economia, basato solo su indicatori di crescita.
La nostra esperienza vuole testimoniare gli aspetti di sostenibilità, di uso equilibrato delle risorse e di convivenza sociale. Città della cultura, a sua volta, implica obiettivi di qualità del lavoro, qualità della vita e dell’ambiente fisico in cui la cultura e la tutela dell'ambiente siano il vero volano economico.

Siracusa ribadisce il suo essere cerniera geografica e politica tra passate e future generazioni, ponte virtuale che collega le culture d’Europa e del Mondo. Con l’avvio della riqualificazione Siracusa, ha recuperato quell’antica vocazione e segnato un punto di svolta per lo sviluppo strategico e integrato dell’intero territorio che sempre più colloca la città nel contesto italiano ed europeo alla pari delle grandi città d’Europa. È il tempo dello spazio come espressione di una vitalità sociale, a una visione del Mediterraneo che rimanda al 2010 quando le sponde del mare nostrum torneranno a toccarsi di nuovo con la zona di libero scambio. Ricordando a tutti noi che qui è stata concepita l’Europa.
Oggi è necessario attrezzarsi con strumenti all’altezza di una sfida così impegnativa. Quella che segna il passaggio dalla società dei luoghi alla società dei flussi, e ne fa il criterio generale e condiviso per la progettazione, la scelta e la valutazione degli interventi tanto più in materia ambientale che diventa il segno della qualità della vita di tutti e di ciascuno.
In gioco c’è la posizione che l’Italia e la Sicilia potranno mantenere in Europa e nel Mediterraneo, nell’ambito di una competizione sempre più serrata tra regioni, stati e aree continentali. I fattori della competizione globale, la ricerca, l’innovazione, le infrastrutture fisiche e immateriali, il capitale umano, a Siracusa e in genere nel Mezzogiorno d’Italia rendono difficile l’offerta di servizi avanzati nel settore ambientale e turistico.
Qui sta la nostra capacità di immaginare un futuro per noi e per le generazioni di domani indirizzando risorse economiche e umane alla valorizzazione di questa eccezionale ricchezza e bellezza. Assume sempre più importanza la identificazione chiara di ciò che è "risorsa culturale " e dell'implementazione di una politica di "condivisione " delle risorse che si basi sulla circolazione, sul recupero, sulla distribuzione equa (cioè adeguata alle esigenze in un regime di equilibrio con il territorio) e non su logiche di accumulo quantitativo e di mercificazione. Non un'idea di sviluppo basato sull'incremento continuo, perché accettiamo come possibile anche una strategia di "decrescita", piuttosto l'adozione di una politica di consumo consapevole, disponibile a forme alternative di distribuzione e soprattutto capace di progettare un' attività nel tempo ossia una capacità di manutenere le prestazioni sul lungo periodo bilanciando ogni volta interessi ed esigenze. Tutti gli attori della filiera culturale, turistica,agricola,energetica per far parte di uno scenario economico eco-sostenibile, devono costruire una rete di solidarietà:scambio di energie, circolarità dei prodotti, sostegno reciproco, apertura.
La nostra diversità, e paradossalmente il nostro mancato sviluppo, deve diventare la nostra forza specifica . Per diverse ragioni socio-economiche, oltre che per fattori di contingenza storica, dobbiamo imparare a fare rete, costruire, gestire, conservare catene "alimentari". Un modello di sviluppo eco-sostenibile composto intanto dalla competenza e dall'esperienza (utilizzata come risorsa da condividere) delle diverse professionalità . La nostra diversità può e deve essere per tutti noi una risorsa. Per fare tutto questo, per difendere il nostro ambiente, abbiamo bisogno di tutti. Per realizzare tutti insieme dialogo e solidarietà, essenza civile per uno sviluppo di tutti e di ciascuno, sviluppo che sia il segno d’identità e di visibilità dell’agire siciliano in Italia e in ogni luogo del mondo”.

Giambattista Bufardeci
Vice Presidente Regione Siciliana
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MERCOLEDÌ LUIGI DE MAGISTRIS E CARLO VULPIO A LECCE

Lecce, 20/04/2009 - Mercoledì 22 aprile il dott. Luigi DE MAGISTRIS, magistrato, già sostituto procuratore presso la Procura di Catanzaro, e il dott. Carlo VULPIO, giornalista del “Corriere della Sera”, saranno a Lecce in occasione del seminario “Società, Istituzioni e Giustizia” presso il Dipartimento di Scienze Sociali e della Comunicazione dell’Università del Salento.
In occasione della venuta a Lecce i due candidati alle elezioni europee 2009, incontreranno gli addetti della stampa presso la sede del coordinamento provinciale dell’Italia dei Valori, presso la quale sarà convocata una

Conferenza Stampa

L’incontro con i giornalisti è previsto mercoledì 22 aprile, alle ore 10.30, presso la Sede Provinciale di Lecce in viale Lo Rè n. 22, con la presenza del coordinatore regionale on. Pierfelice ZAZZERA, del sottoscritto responsabile provinciale, dell’assessore provinciale Carlo Madaro e del Componente Nazionale del Dipartimento Tematico “ Tutela Del Consumatore “ Giovanni D’AGATA.
Seguirà alle ore 11.00 il Seminario “Società, Istituzioni e Giustizia” presso la “Sala dei Seminari” del Dipartimento di Scienze Sociali e della Comunicazione dell’Università del Salento, Palazzo Guagnano, via dei Salesiani n. 25. Introdurrà i lavori il prof. Giuseppe SCHIAVONE, ordinario di “Storia delle Dottrine Politiche”.
Distinti saluti.
Lecce, 20 aprile 2009
Il responsabile provinciale
Avv. Francesco D’AGATA
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93A TARGA FLORIO: VIA ALLE ISCRIZIONI

Palermo , 8 aprile 2009 – Si aprono domani 9 aprile le iscrizioni alla 93a Targa Florio, quarta prova del Campionato Italiano Rally, in programma dall’8 al 9 maggio in Sicilia e valida anche, come terza gara con coeff.2 dello Challenge di Zona e come prima prova del nuovo Trofeo Peugeot 207 Top. La Targa Florio, Trofeo Diamond Card, sarà la seconda gara alla quale parteciperanno tutte le Case che con i loro Team Ufficiali sono impegnate nel C.I.R., ovvero la Peugeot, la Fiat-Abarth, la Subaru e la Skoda, che dovrebbe debuttare proprio in Sicilia con la Fabia S2000 di Piero Longhi. Il Campionato Italiano Rally, che di fatto risulta la serie europea che vede il maggior numero di Case presenti, è attualmente comandato dalla Fiat Grande Punto S2000 di Renato Travaglia, vincitore della prova inaugurale del Ciocco e portacolori della scuderia siciliana Island Motorsport, seguito dalle Peugeot 207 S2000 di Paolo Andreucci, primo sugli sterrati dell’Adriatico e vincitore di ben 5 Targa Florio, e Tobia Cavallini, e dalla Punto S2000 di Luca Rossetti, vincitore lo scorso anno sulle Madonie e Campione Europeo ed Italiano in carica. Grande fermento anche tra i conduttori isolani con in testa Riolo, Di Benedetto, Runfola e Vara che disporranno di vetture S2000.
La 93a Targa Florio, organizzata dall’Automobile Club Palermo con il supporto operativo di A.C.S. e con il patrocinio della Regione Sicilia (Assessorati ai Beni Culturali e Turismo), della provincia Regionale di Palermo, dell’Assessorato allo Sport del Comune di Palermo, e dei Comuni di Termini Imerese e Campofelice di Roccella, quest’anno si disputerà sabato 9 maggio su un’unica maxi-tappa con 9 prove speciali, e scatterà con la cerimonia di partenza venerdì 8 maggio alle 21,01 da Piazza Politeama. L’arrivo finale è previsto per le ore 20,00 di sabato al Belvedere di Termini Imerese. Nel corso della gara sono previste 9 Prove Speciali, tre da ripetersi tre volte: “Targa” (17,30 km), “Lascari” (13,09 km) e “Santa Lucia” (18,26 km). In totale i chilometri di Prove Speciali ammontano a 146 su 486 di percorso totale. Le iscrizioni si chiuderanno il 30 aprile, mentre fino a 4 maggio sarà possibile aderire con la maggiorazione del 20% della tassa.In contemporanea alla gara valida per il Campionato Italiano Rally, si correranno la prova dello Challenge ottava zona (stesso percorso del CIR) ed il 2° Rally A.C. Palermo Autostoriche (7 Prove Speciali per 114 km). Tutte e due le manifestazioni partiranno da Palermo e si concluderanno a Termini Imerese. Il Parco Assistenza, vero fulcro di tutta la manifestazione, sarà ospitato presso il porto di Termini Imerese, mentre la sede della Direzione Gara è stata trasferita in un nuovo e confortevole hotel nei pressi di Campofelice di Roccella.
Ufficio Stampa Targa Florio
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COMUNICATO DELL'ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA SUL TERREMOTO DEL 6 APRILE 2009

Roma 6 Aprile 2009 - La Rete Sismica Nazionale dell’INGV ha registrato un terremoto di Magnitudo 5.8 (Magnitudo Richter) (6.2 Mw=magnitudo momento) nella zona dell'Aquilano, il 6 Aprile 2009 alle 3:32 (ora italiana). Le coordinate epicentrali risultano: Lat. 42.33N e Long. 13.33E. La profondità dell'ipocentro è pari a 8.8 km. Il terremoto è caratterizzato da un meccanismo di tipo estensionale, con piani di faglia orientati NW-SE e direzione di estensione NE-SW (anti-appenninica).
La scossa è stata seguita da decine di repliche, la più forte delle quali è avvenuta alle 4:37 italiane con magnitudo pari a 4.6. Tutte queste scosse sono avvenute a profondità crostali (entro i 10-12 km), tipiche dei terremoti dell'Appennino. Questa circostanza determina un forte risentimento dello scuotimento in area epicentrale. Tutte le stazioni della Rete Sismica Nazionale dell'INGV hanno rilevato chiaramente le onde sismiche generate dalla scossa principale.
Sul sito dell'INGV(alla voce Terremoti Recenti) vengono riportate tutte le informazioni sull'evento sismico e sul suo inquadramento nel contesto della sismicità precedente e della classificazione sismica del territorio.
La zona è stata oggetto di una sismicità frequente con caratteristiche di sciame sismico a partire dal mese di gennaio 2009, con centinaia di scosse tutte di modesta entità, fino all'evento di magnitudo 4.0 avvenuto il 30 marzo scorso.
Si sottolinea la circostanza secondo la quale, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile realizzare una previsione deterministica dei terremoti (previsione della localizzazione, dell'istante e della forza dell'evento). Ciò è vero anche in presenza di fenomeni quali sequenze o sciami sismici che nella maggior parte dei casi si verificano senza portare al verificarsi di un forte evento. Una scossa quale quella che si è manifestata oggi viene normalmente seguita da numerose repliche, alcune delle quali probabilmente assai sensibili.La zona in oggetto è stata sede in passato di forti terremoti. In particolare, l’attività di questi giorni si colloca tra la terminazione meridionale della faglia che si è attivata nel terremoto del 1703 (Int. MCS del X grado MCS, pari a Magnitudo circa 6.7) e i limiti settentrionali della faglia associata nei cataloghi al terremoto del 1349 e di quella denominata “Ovindoli-Piani di Pezza”. Si ricorda che i comuni interessati ricadono tra la prima e la seconda categoria della classificazione sismica del territorio nazionale. Negli ultimi anni la zona non è stata interessata da forti terremoti. Subito dopo il manifestarsi dell'evento l'Istituto si è mobilitato inviando nell'area colpita le sue strutture di emergenza quali la rete mobile e altre squadre di rilevatori.
Roma 6 Aprile 2009 ore 6:30
Nota sulla magnitudo: la magnitudo usata di routine per stimare la grandezza di un terremoto è la cosiddetta Magnitudo Richter o Magnitudo Locale (Ml), che viene calcolata sull'ampiezza massima della registrazione sismica di un sismografo standard (a corto periodo). Viceversa la Magnitudo Momento (Mw) viene elaborata attraverso un trattamento numerico dell'intero segnale sismico su tutte le frequenze evidenziate dalla registrazione. Per terremoti forti la Mw viene ritenuta una stima più accurata della severità dell'evento.
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TERRASINI, LA 'FESTA DE LI SCHETTI'

4 aprile 2009 - Ogni anno a Terrasini, si svolge una delle feste folcloristiche più singolari della Sicilia: la Festa di li schietti. Questa manifestazione, che coinvolge tutta la cittadinanza e richiama centinaia di turisti, ha come protagonista indiscusso l'albero. Il culto dell'albero è una costante della religiosità umana, in quanto esso è simbolo della vita e della fecondità, della resurrezione della vegetazione, nonché del rifiorire della vita che supera la morte. Con il taglio dell'albero si vuole simulare la morte della vegetazione che rinasce a nuova vita quando, portato in giro e festeggiato, diventa il fulcro della festa. Storicamente la nascita della festa di li schietti si fa risalire agli anni 1850-1860, ma le sue origini sono indubbiamente molto più antiche. Difatti nel periodo saraceno i cavalieri, per conquistare la dama, si cimentavano nel sollevamento di un albero per dimostrare, grazie alla loro forza fisica, di saper provvedere alla famiglia. L'origine va anche ricercata nella gioia di festeggiare a primavera il risveglio della natura e quindi la sua peculiarità è legata al mondo agreste. La festa a Terrasini si svolge durante il periodo di Pasqua. Principali protagonisti dell'evento sono i celibi del paese, gli schietti appunto, che si misurano in una singolare gara che consiste nell'alzare al cielo con un braccio, un albero di melangolo, o arancio amaro, del peso di circa 50 Kg, tutto adorno di ninnoli e nastri. Negli ultimi anni, il giorno della Domenica delle Palme, si svolge la giornata dedicata ai bambini, che si cimentano nell'alzata di un albero più piccolo ovviamente adeguato alla loro prestanza fisica. La festa viene organizzata da un comitato anticamente chiamato "Dubitazione", costituito da un gruppo di scapoli che ha il compito di redigere il programma della manifestazione. Il rituale vero e proprio comincia il Sabato Santo quando, il comitato degli schietti, si reca in uno dei giardini di Contrada Paternella, per il taglio dell'albero. L'autenticità della celebrazione è garantita dalla cerimonia del taglio e da quella del sacrificio del montone. Si prepara così un banchetto a cui tutti sono invitati a partecipare per la tradizionale "manciata" a base di carne di castrato e sarde arrostite, il tutto accompagnato da un buon vino locale. Come accennato viene scelto un melangolo perché ha una resistenza maggiore rispetto ad altri agrumi, come il limone, e pertanto resiste meglio alle innumerevoli cadute a terra durante la gara. Al melangolo, inoltre, anticamente venivano riconosciute delle virtù taumaturgiche e mediche e si diceva che il suo frutto fosse indispensabile alle donne incinte. La deferenza con cui viene trattato l'albero a tutt'oggi è legata alle sue virtù naturali. Dopo essere stato tagliato l'albero è opportunamente addobbato con fazzoletti rossi (di quelli usati dai contadini), nastri colorati e ciancianeddi, cioè campanellini usati per i finimenti dei cavalli. Anticamente nell'albero venivano disposti i cosiddetti "aineddi", piccoli ornamenti costituiti da figure di agnellino modellati con formaggio tenero. Così addobbato l'albero viene portato in giro su di un carro trainato da un cavallo riccamente bardato con finimenti per le feste. A seguito del carro si riunisce una folla di ragazzini e di giovani che accompagna il comitato degli schietti. Ed è già il momento in cui si cominciano a fare i primi commenti sul peso e la robustezza dell'albero e, quindi, sull'abilità dei giovani nel cimentarsi nell'alzata. Tutto questo crea già un'ansia di gioia genuina che si propaga per tutta la popolazione, determinando un entusiasmo generale. Quindi l'albero arriva all'inizio del paese dove lo attende la banda musicale. Finalmente arriva la domenica e fin dalle prime ore dell'alba gli schietti lavorano per dare gli ultimi ritocchi all'albero, pronto così a ricevere la benedizione del parroco del Duomo dopo la celebrazione della prima Messa. Inizia così il suo viaggio per le vie del paese dove, chi lo desidera, può alzare l'albero versando un'offerta. Le finestre, i balconi ed i terrazzi si riempiono di donne, bambini ed anziani desiderosi che almeno un'alzata dell'albero gli sia dedicata. L'alzata più importante, comunque, è quella che viene fatta sotto il balcone della fidanzata, la "zita". Anticamente l'alzata era circoscritta ad una dichiarazione d'amore, quasi un'anticipazione alla "parlata" tra i genitori dei ragazzi che stabiliva l'impegno d'amore dei propri figli. In questo caso l'alzata dell'albero rivestiva un'importanza decisiva, perché la buona riuscita della prova poteva far nascere ammirazione o meno da parte della ragazza per la prestazione del ragazzo. Mentre un tempo la festa si concludeva all'ora di pranzo della domenica, oggi l'alzata dell'albero continua nel pomeriggio in piazza Duomo con l'intervento di commissioni giudicatrici che alla fine della gara assegnano i premi ai vincitori, ovvero a coloro i quali riescono a tenere alzato l'albero per più tempo. Caratteristico è l'abbigliamento dei giovani schietti che indossano dei tipici costumi, ispirati a quelli degli antichi siciliani dell'agrigentino, che prevede pantaloni e gilet di velluto nero, camicia bianca, foulard rosso, dei "pon pon" anch'essi rossi che fungono da cravatta e, infine, un berrettino rosso. Programma SABATO 04 APRILE Ore 15,00 - Taglio dell'albero e benedizione in Via Perez; DOMENICA 05 APRILE "La giornata dedicata ai bambini è organizzata dall'Ass. Cult. gli Schietti di Terrasini - D'anna Alfonso - Palazzolo Carlo ( di Vito) - Palazzolo Carlo (di Antonio)" Ore 08,00 - Santa Messa, Chiesa M. S.S. del Rosario; Ore 09,00 - Alzata dell'albero per le vie del paese; Ore 14,30 - Sfilata per le vie del paese di Carretti Siciliani, Artisti di Strada, Gruppo Folkloristico" Vecchia Girgenti di Agrigento ", Majorettes " The Castle Girls " Città di Vicari, Sbandieratori " I Giovani del Castello"Città di Vicari, Banda Musicale " Ass. Puccini di Terrasini ", Boy scout di Terrasini. Ore 16,00 - Villa a Mare : Gara dell'alzata dell'albero (categoria Pulcini ) ed esibizione Gruppi Folkloristici, Premiazione. Ore 18,00 - Villa a Mare degustazione di prodotti tipici siciliani. VENERDI' 10 APRILE Ore 20,30 - Solenne processione per le vie del paese Chiesa Maria S.S. delle Grazie. SABATO 11 APRILE Ore 08,30 - Taglio dell'albero presso c/da Agli Androni (Vicino Hotel Agli Androni) Ore 10,30 - Piazza G. Consiglio ( Di fronte ingresso Scuole Medie): degustazione di prodotti tipici locali (sarde, carne di agnello, salsiccia, formaggi, olive, vino, ecc), con esibizione di Gruppo Folk, nel frattempo ci sarà l'addobbo dell'albero; Ore 14,30 - Sfilata di gruppi Folkloristici, Banda Musicale, Carretti Siciliani con alberi addobbati, sfilata di cavalli con cavaliere in costume siciliano. DOMENICA 12 APRILE Ore 07,00 - Piazza Duomo Santa Messa, Maria S.S. delle Grazie con benedizione dell'albero. Ore 10,00 - Alzata dell'albero per le Vie del Paese degli Schietti alla Zita, Ore 10,15 - 12,00 Piazza Duomo Carretti Siciliani Con Gruppo Folk. Ore 15,00 - Piazza Duomo iscrizione per la gara Ore 15,30 - Piazza Duomo gara dell'alzata dell'albero Schietti (Single) e Maritati (Sposati); Ore 19,00 - Premiazione Ore 22,00 - Spettacolo di Cabaret con SASA' SALVAGGIO(Piazza Duomo) LUNEDI' 13 APRILE Ore 16,00 - Piazza Duomo, Carretti Siciliani, Gruppo Folkloristico ed esibizione degli Schietti con alzata dell'Albero. Ore 21,30 - Spettacolo Musicale "Sogni e Note" di Rosa Messina con Video Clips e coreografie di Ballo, saranno cantate le più belle canzoni di Mina, Celentano, Ranieri, Morandi (Evento Organizzato Dalla Cooperativa Henri Daumale). N.B. Dal 05 al 13 Mostra Fotografica della Festa di li Schietti " Una tradizione che continua " con proiezione di filmati storici della festa .
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GROTTA DEI PUNTALI, DOVE ABITANO I CHIROTTERI

Palermo, 23/03/2009 - La Riserva Naturale Integrale "Grotta dei Puntali" , gestita dai GRE - Gruppi Ricerca Ecologica rappresenta una delle emergenze naturalistiche più interessanti della Sicilia occidentale. Costituisce un importante stazione per la sopravvivenza di una colonia polispecifica di chirotteri, tra le più numerose dell’intera Sicilia. La Grotta dei Puntali si apre nella roccia calcarea mesozoica delle falde di Monte Pecoraro, in territorio di Carini a circa 90 metri s.l.m. e a meno di un chilometro di distanza dal mare.Si tratta di una cavità a sviluppo prevalentemente orizzontale, di circa 110 metri di lunghezza e 15 metri di larghezza, impostata su due livelli differenti collegati da pozzi non molto profondi. Il piano di calpestio della grotta è costituito da un deposito grigio brunastro interessato, in alcuni punti, da fessurazioni di disseccamento contornate da efflorescenze biancastre. Le pareti e le volte sono ricoperte da una fitta rete di vermiculazioni argillose note come "pelle di leopardo". A circa 30m dall'ingresso la cavità presenta un deposito di colore bruno giallastro, contenente frammenti di zanne di elefante. Verso l'interno la grotta si restringe, diventa più tortuosa, adorna di concrezioni carbonatiche e presenta varie forme di erosione, quali incisioni subcircolari (scallops) ed un reticolo di cunicoli raccordati da pozzetti poco profondi, a testimonianza di un antico regime freatico di notevole entità.La grotta nota come si è detto per aver restituito numerosi resti fossili appartenenti ad una fauna continentale pleistocenica è ancora oggi di grande interesse per la ricerca scientifica; inoltre la cavità è stata oggetto di studio per il contenuto paleontologico, documentato da rinvenimenti che vanno dal paleolitico superiore all'età del bronzo.
http://www.grottadeipuntali.it/ e-mail: info@grottadeipuntali.it
info: Coordinamento Riserve Naturali Gruppi Ricerca Ecologica, Corso TuKory n. 200, Palermo, tel. 091/7098121
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CISAR MESSINA, LA STORIA

La storia
"Centro Italiano di Sperimentazioni ed Attività Radiantistiche è un Associazione Nazionale senza fini di lucro i cui iscritti operano nell'ambito del più totale volontariato, è nata allo scopo di riunire i radioamatori, radioascoltatori debitamente autorizzati, e tutti coloro che desiderano appronfondire ed hanno interesse per la radiotecnica, l'elettronica e le radiocomunicazioni in generale".Le lettere C.I.S.A.R. stanno per Centro Italiano di Sperimentazione (ed) Attività Radiantistiche; sotto queste lettere si nasconde un nutrito gruppo di radioamatori e radioascoltatori italiani, che fanno della tecnica e della sperimentazione il proprio cavallo di battaglia, o per lo meno ci provano! L’ Associazione C.I.S.A.R. venne fondata a Roma il 13 Novembre 1981, ad opera di un gruppo di Radioamatori romani: lo scopo era quello di portare avanti alcuni esperimenti delle bande VHF e superiori, attraverso la sperimentazione di una serie di ponti ripetitori collegati tra loro. Lo stesso Statuto Costitutivo cita la finalità di “riunire i radioamatori interessati alle ricetrasmissioni in generale ed in particolare sulle alte frequenze (VHF UHF SHF), promovendo ogni lecita attività sociale di istruzione e sperimentazione professionale, culturale, ricreativa”, ed inoltre propone di “istallare e gestire, nei limiti ed alle condizioni fissate dalle disposizioni normative, ponti radio ripetitori, ed il collegamento tra gli stessi in dorsali nazionali”; ma, accanto a ciò, ci era, e continua ad essere, la ferma intenzione di “promuovere la collaborazione dei radioamatori e tutelare gli interessi dei Soci per quanto attiene l’attività specifica di radioamatore”. Questo volevano i suoi fondatori e i soci che, da subito, presero parte al sodalizio. E questo veramente fu immediatamente realizzato: non passarono che pochi mesi, che venne progettata e realizzata una rete di collegamenti tra alcuni ponti ripetitori VHF (145Mhz), mediante una dorsale di radiocollegamenti in UHF (432 Mhz) che attraversava tutta la penisola, sulla falsariga di uno schema di ponti ripetitori televisivi. Stiamo parlando del 1981; anche se sembra ieri, ciò che era stato realizzato non solo riscosse una immediata eco di applausi, ma sembrò la soluzione ideale per dare uno spunto di vitalità a bande che erano è poco considerate dai radioamatori. Si parla di un periodo in cui la attività in queste frequenze era per lo più, ad uso esclusivo della banda laterale (SSB). Le antenne utilizzate in UHF erano direttive, e a polarizzazione orizzontale; non vi erano quelle ottime antenne che oramai vengono sfoggiate da tutti con naturalezza, quelle belle omnidirezionali a 6 o 7 sezioni collineari, che guadagnano decine di decibel! Chi si ricorderà, in quei periodi, ove anche l tranquillità e la poca affluenza permetteva, si potevano effettuare collegamenti tra regioni diverse italiane, con i piccoli ricetrasmettitori da palmo VHF. Il grande interesse per questo tipo di attività ebbe perfino uno strascico televisivo, quando un allora giovane Pippo Baudo ricevette, durante una trasmissione della Domenica IN, alcuni di questi super tecnici, che dimostrarono un collegamento dagli studi di Roma, con Ischia e Treviso, con piccoli ricetrasmettitori portatili, e spiegarono il funzionamento e le finalità di una simile installazione. Anche in questo, il C.I.S.A.R. di strada ne ha fatta tanta; ma soprattutto, l’ha fatta in salita! Infatti, dopo un periodo di tranquillità, cominciarono a manifestarsi alcuni inconvenienti, definirei, di natura pseudo-legale, che costrinse questa Associazione ad interessi a qualcosa che poco a che fare con la pura sperimentazione tecnica, ma, sotto taluni aspetti, doveva pur interessare una Associazione che cominciava in pochissimi giorni a contare centinaia di soci. Ben presto, ci si accorse che, per una serie di ragioni che nessuno ancor oggi ha compreso, tale utilizzo delle apparecchiature veniva ostacolato da alcuni organi del Ministero delle Comunicazioni.Come tutti dovrebbero sapere, la nostra attività è regolamentata dal Testo Unico del Regio Decreto nr. 645 del 1936, cu fece seguito il D.P.R. nr.1214 del 1966, e successivamente sostituito dal più recente D.P.R. nr. 156 del 29 Marzo 1973. In particolare, questo testo del D.P.R. fa riferimento ad un imminente Regolamento di Attuazione, mai pubblicata.In soldoni, il Ministero delle Comunicazioni (ex Poste e Telecomunicazioni), costrinse i radioamatori italiani a sottostare ad alcune regole, come l’ autorizzazione al funzionamento, e la non collegabilità tra loro. Proprio per questo, ed altri motivi, il C.I.S.A.R. si vide costretto a fare qualcosa.Grazie all’interessamento di alcuni suoi soci, e soprattutto grazie alla genialità e alla ottima preparazione legale di I0UPL Ugo Pellegrino, venne preparato un testo di Legge che, una volta portato e votato in Parlamento, potesse rendere giustizia allo stato di incertezza in cui tutt’oggi vive il radioamatore italiano. In effetti i soli articoli330 – 331 – 332 – 333 del famoso D.P.R. nr 156 del 29 Marzo 1973, poco dicono, se proprio nulla, in merito ai diritti e doveri del radioamatore italiano, lasciando – di fatto – un vuoto, colmato di volta in volta dai vertici delle Direzione Centrale dei Servizi Radioelettrici del Ministero delle Poste, con l’emanazione di circolari pseudo-legislative, di nessun valore giuridico.La stessa introduzione delle Licenze Speciali in Italia, venne fatta in maniera arbitraria, perché nessuna Legge ne prevede l’esistenza, o dà al Ministero la facoltà di farlo.
Tutti i diritti - http://www.cisarmessina.it/
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Come si parla di ambiente? Scopritelo al Bica 2009

lunedì 09 marzo 2009 - Dal 10 all’11 marzo si svolge a Roma la V edizione di Bica, la Biennale internazionale della Comunicazione ambientale, tra esperti del settore, aziende e giornalisti.di Arianna Luciani
LA BIENNALE - Come si parla di ambiente, ma soprattutto come si diffondono le informazioni nel campo della comunicazione ‘verde’? Come si promuove e diffonde la cultura della comunicazione ambientale? Di questo e altro si parla alla V edizione della Biennale internazionale della Comunicazione ambientale, che si svolge a Roma dal 10 all’11 marzo. Nella prestigiosa sede dell’Acquario Romano-Casa dell’Architettura della capitale, per due giorni si incontreranno gli “addetti ai lavori, esperti di comunicazione ambientale, giornalisti e il pubblico che vorrà scoprire tutti i contenuti della manifestazione”, ha detto il presidente di Federambiente, Daniele Fortini, che promuove l’iniziativa. Per questa edizione, che si presenta con un nuovo logo (una foglia verde che, avvolta su se stessa, diventa una figura conica che ricorda un megafono), parteciperanno oltre 100 relatori e 50 aziende del settore. Patrocinata dal ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare, dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica, dalla Fondazione Pubblicità Progresso e dal Comune di Roma, che ospita questa V edizione, la manifestazione ha ricevuto un importante riconoscimento: il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, le ha conferito, quale premio di rappresentanza, la “medaglia d’argento” con la motivazione: “per la sua forte valenza istituzionale, data l’attualità e la centralità dei suoi contenuti”. Inoltre, a Bica 2009 collaborano le maggiori associazioni professionali della comunicazione: l’Associazione italiana della Comunicazione pubblica e istituzionale, l’Assorel – Associazione Agenzie Relazioni Pubbliche Italiane a Servizio Completo, Ferpi – Federazione Relazioni Pubbliche Italiana e Unicom – Unione nazionale Imprese di Comunicazione. GLI STATI GENERALI DELLA COMUNICAZIONE VERDE – “Tornare a parlare di comunicazione ambientale – ha spiegato Fortini – coniugando il punto di vista delle aziende e quello dei cittadini: questo è l’obiettivo dell’edizione 2009 di Bica. Il 10 e l’11 marzo a Roma si riuniranno quelli che potremmo chiamare gli stati generali della comunicazione ambientale, sociale e di pubblica utilità, per discutere dei problemi e cercare di trovare soluzioni condivise”. Tra le tante iniziative di questa due giorni verde, saranno presentate le migliori campagne di comunicazione realizzate da aziende che si occupano di pubblica utilità nell’ambito del concorso “Bica 2009 per la migliore campagna di comunicazione ambientale”. Sarà una giuria di esperti a selezionare quella più innovativa, accattivante e diretta dell’anno. Per la prima volta, quest’anno, le aziende potranno confrontarsi sul lavoro svolto attraverso dei forum di discussione. Proprio per questo, saranno allestite delle sale per 17 mini forum di approfondimento, ognuno della durata di 30 minuti e gestiti autonomamente dalle aziende, che potranno presentare le proprie campagne e buone pratiche. PROGRAMMA - Durante la prima giornata sarà presentata un’indagine realizzata dalla società di ricerche Ipsos che svelerà le modalità e gli investimenti in comunicazione ambientale delle aziende italiane. Ci sarà spazio per un’apposita sezione che si incentra sul rapporto, sempre più stretto e importante tra ambiente e architettura, e per questo saranno premiate e illustrate le esperienze più efficaci di valorizzazione architettonica a carattere ambientale. Inoltre, lectio magistrales con prestigiosi ospiti (Vincenzo Mollica del Tg1 e il suo “Possiamo imparare dagli Ecopaperi?”, il regista Mimmo Calopresti con “Come si fa a non amare Pasolini: appunti per un romanzo sull’immondizia” tra i tanti), un’asta i cui proventi andranno alla Comunità di Sant’Egidio, per finanziare il programma Bravo, cui scopo è quello di registrare tutti i bambini al momento della nascita, e in cui saranno banditi prodotti riciclati offerti dall’Associazione delle Artigiane.it. E ancora una tavola rotonda dal tema “La comunicazione ambientale è fatta solo di conflitti?”. Tanti i professionisti della comunicazione, e delle aziende che si occupano di ambiente, invitati: dal giornalista e scrittore Oliviero Beha all’amministratore delegato di Ama spa, Franco Panzironi, dall’assessore all’Ambiente del Comune di Roma, Fabio De Lillo a Franca Faccioli, professore ordinario di Scienza della Comunicazione alla Sapienza fino a Nando Pagnoncelli, amministratore delegato di Ipsos Srl. “Bica è da sempre un punto di riferimento per chi fa questo mestiere – ha dichiarato Antonio Ferro, presidente di Extra Comunicazione – L’edizione di quest’anno ha tutte le carte in regola per diventare una delle edizioni più ricche, stimolanti e innovative. Bica 2009 aspira a essere un appuntamento che esce dai confini di settore per diventare un vero e proprio evento di cultura della comunicazione”. Per la chiusura di Bica è prevista una sessione sul “futuro della comunicazione ambientale”, caratterizzata dal ‘microfono aperto’: Oliviero Beha e Gianluca Cencia, direttore di Federambiente, parleranno dell’argomento con autervoli esperti del mondo della comunicazione, delle associazioni, insieme a tanti dirigenti di aziende che operano nel settore dei servizi pubblici. Due giorni per spiegare la comunicazione, nel cuore di Roma, per confrontarsi e scoprire nuove vie per comunicare l’ambiente. Arianna Luciani
(lunedì 09 marzo 2009 )
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OLTRE LE NUVOLE - Luigi Tenco Tribute

Catania, 9/3/2009 - Sabato 30 maggio 2009 alle ore 21.30, allo ZO - Centro culture Contemporanee, P.le Asia, 6 - Catania, 'OLTRE LE NUVOLE - Luigi Tenco Tribute' con GIUSEPPE CUCE' Live in 4ET B-SIDE in OLTRE LE NUVOLE - Luigi Tenco Tribute+ SPECIAL GUEST (MARIO VENUTI, CARLO MURATORI, GABRIELLA GRASSO feet. VINCENZO VIRGILLITO, FABIO ABATE, MARIO INCUDINE ), interpretazioni teatrali di : NICOLA COSTA
UFFICIO STAMPA : Cristian Pedrazzini Mobile 3475814273Responsabile Public Relations: Antonio MangiameliComunicazione e Public Relations: Serena GarufiPer informazioni sulle prevendite scrivere ad info@giuseppecuce.it
Costo del biglietto 15 euro + diritti di prevendita. Prevendita ufficiale:- CATANIA: Ticket's-BOXOFFICE, Via Giacomo Leopardi, 95 - Tel. 095.7225340 - Fax. 095.384147Orari di apertura: Lunedì>Venerdì 09.00 >19.00 - Sabato 09.00>12.00OLTRE LE NUVOLE nasce nel gennaio 2008, quarant'anni dopo la scomparsa di Luigi Tenco, grazie all'idea di FRANCESCO BAZZANO ( Batterista e percussionista ) di rendere omaggio al grande "cantautore genovese" .L' "incontro" con Giuseppe Cucè ( cantautore catanese ) porta a compimento la gestazione di " OLTRE LE NUVOLE " spettacolo di Teatro-Canzone nel quale questi musicisti siciliani ripercorrono fedelmente alcune delle tappe proponendo la convivenza della forma artistica teatrale con quella musicale attraverso l'alternanza di monologhi e canzoni. Grazie alla risposta e all'affetto del pubblico, presente numeroso ad ogni occasione, il concerto-teatrale ha un'ulteriore conferma sulla validità del progetto che ha come intento quello di far conoscere il grande artista genovese a chi non avesse avuto il piacere e di farlo ricordare a chi invece già lo conosce. "...oltre le nuvole": lo spettacolo 2008/2009La formazione teatral-musicale, composta da Giuseppe Cucè (voce) Francesco Bazzano (batteria e percussioni) Antonio Masto (chitarra) Marco Carnemolla (contrabbasso) Claudio Alibrandi (pianoforte) Alessandro Longo (violoncello) Adriano Murania (violino). OLTRE LE NUVOLE alla prima stagione teatrale vuole affrontare quelle tematiche che, forse più di altre, hanno contraddistinto Tenco nella sua produzione artistica e lo hanno definito nel panorama musicale italiano d'autore come l'artista del dramma sentimentale. Passionale inteso come rapporto dell' Io con se stesso, con l'altro sesso e con la societas. Solo Luigi è stato in grado con le sue parole di entrare così profondamente nell'animo e nella coscienza dell'uomo. E lo ha fatto guardando quell'uomo in toto, senza riduzionismi di alcun tipo, considerandolo sempre nella sua individualità e allo stesso tempo facente parte della società.Lo spettacolo esprime l'essenza e la vita di Luigi Tenco e presenta un forte distacco dai fatti di cronaca che avvolsero la sua morte. Il pessimismo s'intravede, anche se non manca il desiderio di raccontare la realtà e di immaginare utopisticamente un futuro migliore. Luigi attribuiva un valore cruciale al senso di appartenenza, alle radici, all' identità del singolo individuo, e solo grazie a questo appassionato rispetto poteva frugare nelle sue contraddizioni e nelle sue crisi. OLTRE LE NUVOLE vuole portare avanti questa linea, che forse spiazza, ma pretende una partecipazione che non può essere passiva: smuove le coscienze, le vivifica, le rende tali ! GRAPHIC DESIGN and DEVELOPMENT: http://www.francescocurci.com/
PHOTOGRAPHY: Caterina Palermo
FILMMAKER: Gian Maria Musarra
Sponsor by: CONTINO PIANOFORTI 95128 Catania (CT) - 12/A/B, v. Canforatel: 340 7101729, 095 2862759fax: 095 2862759email: info@continopianoforti.com NEW MARILYN PARFUM95124 Catania (CT) - 576, v. Messina tel: 095 7124437fax: 095 7124437
info@giuseppecuce.it
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Forza D'Agrò: “Sacri percorsi d'arte, tra cultura, fede e tradizioni”

FORZA D’AGRO’ (Me), 09/marzo/2009 - La provincia di Messina punta al turismo religioso come offerta turistica integrativa e presentando “ I percorsi del Sacro”. Una iniziativa che trova il consenso di amministratori locali, rappresentanti delle Pro Loco, operatori turistici vari e dove nel corso dell’apposita tavola rotonda i presenti hanno già manifestato interesse e disponibilità all’iniziativa. I centri di Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale, Ficarra, Forza d’Agrò, Francavilla Sicilia, Frazzanò, Mandanici, San Marco d’Alunzio, San Salvatore di Fitalia, Santa Lucia del Mela, potrebbero essere già alcune delle tappe che costituiscono questi itinerari religiosi e culturali e dove le Pro Loco sono pronte ad avere un ruolo per lo sviluppo del progetto. Questo uno dei risultati di “Itinera Sicilia 2009”, conclusasi ieri sera, la convention sulla cultura del turismo religioso e che potrebbe portare presto anche ad un Salone o fiera del turismo religioso in Sicilia, afferma Michele La Rosa, giornalista ed ideatore dell’evento. La manifestazione è stata ospitata all’interno dell’ex Convento Agostiniano con il patrocinio della Provincia Regionale di Messina ed organizzata dall’associazione La Via Dei Greci. “ Abbiamo un patrimonio storico-architettonico importante e prezioso, anche e soprattutto nei piccoli centri, che va rivalutato anche attraverso una diversa cultura di ciò che possediamo nel nostro territorio”- affermava Mario D’Agostino, l’assessore provinciale alle politiche culturali. “Occorre fare sistema e puntare ad una adeguata formazione, al fine di creare servizi efficienti e creare una offerta turistica integrativa, che può essere costituita anche dal ricco patrimonio architettonico religioso che caratterizza la Sicilia”- affermava Franz Cannizzo, esperto di marketing territoriale e direttore di Nuova Impresa-ConfCommercio di Catania, e relativamente alla formazione anche l’Università peloritana ha già pronti dei master specifici sul turismo religioso affermava la docente Fulvia Toscano. Per Franco Interisano, assessore al turismo al Comune di Santa Lucia del Mela ci sono tutti i presupposti per avviare l’iniziativa e puntare a questa forma di turismo in grado di far scoprire, tra fede e cultura, tanti piccoli comuni ricchi di storia e arte, e per Franco Squillaci, presidente del Consorzio Turistico Valle Alcantara occorre puntare anche a rivalutare e meglio promuovere tutte quelle feste patronali e riti religiosi che ricche di storia, folklore, tradizioni, rappresentano un valore aggiunto in grado di attrarre flussi di visitatori e turisti. (M. L. R.)
Nella foto della tavola rotonda: da sinistra :Michele La Rosa, Fulvia Toscano, Franz Cannizzo, Mario d’Agostino, Franco Interisano, Rosalba Gitto.
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Giovedì Rock al Qube: Non per i disabili

Roma, 4/3/2009 - Brutta avventura Giovedì sera al Qube (la discoteca romana di via di Portonaccio che ospita spesso le serate di Radiorock e di Muccassassina) per Salvatore M. disabile di 31 anni che si muove in sedia a Rotelle. Salvatore ha da tempo conquistato la sua autonomia, guida la macchina, si è trasferito da tempo a Roma dove vive da solo.
Giovedì notte però si è ritrovato vittima delle discriminazioni più meschine e proprio in uno dei locali della capitale che della controcultura e dell'integrazione ha fatto la sua bandiera. I fatti: Al Qube nella scorsa serata di Giovedì 12 Radiorock organizza un evento con concerti e Djs
sparsi nei vari spazi del locale, ingresso gratuito per tutti fino a mezzanotte, poi 3 euro. Salvatore è stato invitato da un suo amico che canterà col gruppo d'apertura, si presenta all'ingresso verso le 22,30.
Gli “addetti alla sicurezza” gli chiedono dove, all'interno del locale, vuole recarsi e saputo che il Dj è al piano superiore chiamano il loro responsabile. Salvatore non chiede aiuto, è accompagnato da una sua amica, è abituato a cavarsela da solo ma il “responsabile” senza troppi giri di parole gli dice che lui sopra non può andare, non ci sono le uscite di sicurezza e una persona in sedia a rotelle non è sicura per se e per gli altri. Se Salvo e la sua amica proveranno a salire lui sarà “costretto” ad impedirglielo, può però rimanere al piano terra (bontà sua).
Salvo non è persona abituata nella sua vita ad accettare discriminazioni, chiede spiegazioni, vuole vedere un responsabile del Qube, i massicci “addetti alla sicurezza” cedono e vanno a chiamare colui che si identifica come il “gestore del Qube” il quale ha già capito la situazione: Salvo non vuole rimanere al piano terra? Può andarsene da solo o “accompagnato” dagli addetti. L'amica di Salvatore vorrebbe salire per avvertire il Dj che li ha invitati, ma no! Se ne deve andare anche lei!
Salvo si guarda intorno, ha alzato anche lui la voce, sente il nervosismo nell'aria di tutte quelle persone decise a non farlo entrare e, pur sbraitando contro il Qube e RadioRock , decide di andarsene. Si avvia con la sua amica verso la macchina, amareggiato comprensibilmente commentando animatamente, purtroppo rassegnato. Ma ecco che dal Qube esce qualcuno, di corsa raggiunge Salvo e la sua amica. E' “Oreste” uno dei più importanti djs di radiorock. Vorrà scusarsi, pensa Salvo, ci inviterà sicuramente a salire per ascoltare la musica del loro amico.
E invece......Salvo si ritrova l'indice di Dj Oreste ad un centimetro dal naso a meglio esprimere il concetto: “non ti permettere di parlare male di RadioRock, se il Qube non è attrezzato per te, noi non c'entriamo!”.
Salvo è ormai incredulo, la sua amica sta per scoppiare e lui quasi la spinge via con la sedia a rotelle, via fino alla macchina per un giorno solo può bastare.
L'indomani decide di presentare un esposto alle autorità, vuole rendere pubblica la cosa.
Lo racconta anche a noi della cooperativa integrata Libera...mente! che da tempo ci occupiamo d'integrazione e barriere architettoniche e insieme abbiamo scritto questo comunicato.
Salvatore Mauro (maursalvo@yahoo.it ) coop. soc. integrata Libera...mente! (yeti3@loyeti.org)
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L’INGV su Nature per sfatare il mistero di “Costantino”

Roma, 03.03. 2009 - Un’ ulteriore smentita sulla natura meteoritica del Lago del Sirente (Abruzzo) è in stampa sulla rivista Journal of Geophysical Research (JGR) e “Nature Geoscience” oggi ci dedica una pagina di commento. Ci dispiace sfatare per la seconda volta la misteriosa e affascinante leggenda del “meteorite di Costantino”, ma nuovi e più dettagliati studi portano alla conferma, da parte dei nostri esperti, che la depressione circolare che contiene il laghetto non è né di natura meteoritica né un vulcano di fango (come era stato anche ipotizzato), ma è stata creata dall’uomo. Probabilmente è opera di pastori che nell’ambito della transumanza hanno creato un serbatoio d’acqua per abbeverare le numerose greggi portate sugli altopiani carsici abruzzesi, notoriamente privi di acque superficiali durante il periodo estivo.
Chiediamo al geologo Fabio Speranza che cosa di diverso dice la nuova pubblicazione scientifica su JGR rispetto a quella precedente, pubblicata nel 2004.
In questo lavoro abbiamo riportato i risultati di nuove indagini geofisiche e geochimiche ad alta risoluzione effettuate nella Piana del Sirente durante il 2006 e il 2007. Si tratta di sette profili geoelettrici, di un rilievo magnetico ad alta risoluzione e tre ad altissima risoluzione, e di misure di emissione di metano. Le misure geoelettriche e magnetiche hanno fornito una sorta di radiografia della struttura della piana e del “cratere”, mentre le emissioni geochimiche sono servite a valutare la compatibilità con l’ipotesi del vulcano di fango.

Che cosa avete osservato?
In sintesi, i risultati principali sono i seguenti:
· il “cratere” non ha radici più profonde di 10-20 m. Cioè al di sotto di 10-20 m i sedimenti sono assolutamente indisturbati, e questo è incompatibile con l’ipotesi che un meteorite sia penetrato in profondità.
· Non ci sono corpi magnetici (e quindi nessun meteorite metallico) sotto la depressione principale che contiene il laghetto.
· Circa 30 piccole depressioni secondarie, interpretate come crateri meteoritici secondari, sono esattamente localizzate al di sopra di strutture carsiche del substrato calcareo. Vanno dunque interpretate come doline carsiche, anziché crateri. Anche la depressione principale che contiene il lago si trova al di sopra di strutture carsiche. E’ probabile dunque che si tratti di una dolina naturale successivamente sistemata e rimodellata per costituire un serbatoio d’acqua.
· Non ci sono emissioni di metano, e anche altre caratteristiche regionali geologiche e geochimiche sono incompatibili con l’ipotesi vulcano di fango.

Avete dovuto ricorrere ad analisi geofisiche e geochimiche di nuova generazione per ottenere i recenti risultati?
Si. In particolare abbiamo sfruttato la strumentazione e i programmi di analisi all’avanguardia acquisiti nel corso degli ultimi anni dal laboratorio di aerogeofisica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.


Avete fatto altri tipi di comparazione rispetto alla scorsa pubblicazione?

In realtà i dati ora ottenuti sono complementari rispetto a quelli presentati nel 2004, perché allora avevamo misurato il contenuto di Nichel e Cromo (considerati traccianti meteoritici), nonché le proprietà magnetiche dei sedimenti, e avevamo mostrato che nella Piana del Sirente non è presente alcuna delle anomalie geochimiche tipiche dei crateri di impatto.


Perché i geologi della scuola di Scienze planetarie dell’Università D’Annunzio di Pescara continuano a sostenere la natura meteoritica del Lago Sirente? Quali prove hanno in mano?

Onestamente mi pare che non ci sia più alcun dato a favore dell’ipotesi meteoritica. I suoli della Piana del Sirente non contengono frammenti meteoritici né traccianti meteoritici, né microsferule o altre strutture tipiche da impatto meteoritico. In un articolo del 2007 i colleghi di Pescara hanno sostenuto che la “pistola fumante”, cioè la prova definitiva della natura meteoritica delle depressioni del Sirente, era costituita dai dati magnetici. Ma ora anche questa presunta prova cade completamente, perché i rilievi magnetici ad altissima risoluzione eseguiti dal nostro team mostrano in maniera inequivocabile che non c’è alcuna anomalia magnetica in corrispondenza del lago, e che le anomalie magnetiche in corrispondenza delle depressioni secondarie sono generate dai suoli contenuti nelle doline e probabilmente anche da frammenti metallici di origine antropica, frequentemente rinvenuti nella Piana del Sirente.

Sonia Topazio
Capo Ufficio stampa INGV ufficiostampa@ingv.it 06.51860543 topazio@ingv.it Per maggiori informazioni contattare Fabio Speranza speranza@ingv.it 06.51860311
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B&B Ai Tre Parchi: punto d'incontro 'naturale'




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La ricerca italiana ai poli premia la ricerca INGV

Roma, 25.02. 2009 - Domenica 1 marzo alle ore 10.00, presso l’Auditorium Varrone, in via Terenzio Varrone n. 57, a Rieti, si terrà il convegno dal titolo "La Ricerca Italiana ai Poli" che si prefigge gli obiettivi di celebrare la chiusura dell'Anno Polare Internazionale e di analizzare le prospettive future della ricerca scientifica nelle aree polari. Il convegno è stato promosso e organizzato dall'Amministrazione Comunale di Rieti nella persona dell'Assessore alle Politiche Scolastiche, Lidia Nobili. Le relazioni saranno tenute dal Dott. Pierangelo Guermani, Presidente del Consorzio per l'attuazione del PNRA (Programma Nazionale Ricerche in Antartide) e dal Prof. Carlo Alberto Ricci, Presidente della Commissione Scientifica Nazionale per l'Antartide. Durante la manifestazione verrà proiettato un breve filmato realizzato durante la "XXIV Spedizione Italiana in Antartide" e verrà consegnato uno speciale riconoscimento alle partecipanti femminili che vi hanno preso parte. Tra le premiate anche la Dott.ssa Lucilla Alfonsi, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), alla sua seconda esperienza, dopo la XX spedizione in Antartide presso la base italiana “Mario Zucchelli”, nell’ottobre-dicembre 2004.
“La mia partecipazione vuole testimoniare il contributo del nostro Paese ad un settore interdisciplinare così importante su scala planetaria come le scienze polari” Concluderà i lavori l'On Giuseppe Pizza, Sottosegretario all'Università e alla Ricerca Scientifica. Subito dopo il convegno, l'On. Pizza inaugurerà la mostra "Artide - Antartide, la ricerca italiana ai poli" (a cura del Museo Nazionale dell'Antartide) allestita nei locali medievali del Vescovado di Rieti.

Sonia Topazio
Capo Ufficio stampa INGV ufficiostampa@ingv.it 06.51860543 topazio@ingv.it Per maggiori informazioni contattare Lucilla Alfonsi Lucilla.alfonsi@ingv.it
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Olio: via libera all'etichettatura d'origine obbligatoria

Rosario Franco
21 febbraio alle ore 21.43 - Via libera dal Consiglio dei Ministri all'etichettatura d'origine obbligatoria per l'agroalimentareIl disegno di legge sulla competitività in agricoltura è stato varato. Gli interventi prevedono anche una maggiore attenzione per le denominazioni d'origine e un rafforzamento dell'azione di contrasto alle frodidi C. S. Il Consiglio dei ministri, nella riunione di ieri a palazzo Chigi ha approvato due disegni di legge d’iniziativa del ministro delle Politiche agricole Luca Zaia. Il primo completa il pacchetto delle misure per rafforzare la competitività del settore agroalimentare (in parte anticipate nel dl 171/2008, convertito dalla legge 205/2008), con interventi finalizzati in particolare al contrasto delle frodi nel settore, ad una migliore funzionalità delle società controllate e a un efficace impiego delle risorse destinate al comparto. Tra l’altro il disegno di legge rafforza la tutela della competitività dei prodotti a denominazione protetta, incentiva la produzione di energia da biomasse e stabilisce una nuova disciplina delle etichettature dei prodotti agro-alimentari, introducendo l’obbligo dell’indicazione d’origine. Il Ministro Zaia ha precisato che l'applicazione dell'etichettatura di origine sarà decisa filiera per filiera, definendo una lista di prodotti che saranno soggetti all'obbligo. "non vogliamo danneggiare nessuno", ha detto Zaia, facendo esplicitamente l'esempio della pasta: "fra qualche anno probabilmente saremo autosufficienti nella produzione di grano duro, ma per ora non è cosi'". Il Ministro ha quindi spiegato che per il prodotto "tal quale", cioè per i prodotti non trasformati è prevista l'indicazione del paese di origine ed eventualmente della zona di produzione; per i prodotti trasformati, l’indicazione riguarda il luogo in cui è avvenuta l’ultima trasformazione sostanziale e il luogo di provenienza della materia prima agricola prevalente utilizzata.Il testo, che ora sarà trasmesso al Parlamento, ha ricevuto anche il parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni. Il secondo provvedimento, messo a punto da Zaia insieme al ministro degli Esteri Franco Frattini, prevede la ratifica e l’esecuzione dell’accordo internazionale sui legni tropicali, che per il mantenimento dell’equilibrio ecologico e di protezione dell’ambiente da fenomeni di deforestazione, prevede interventi per programmazione, ricerca, sviluppo e commercializzazione del legname proveniente da aree tropicali.
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Il Centro di educazione ambientale Terre Alte

19 Febb 2009 - La Cooperativa "La Macina ambiente" CENTRO di EDUCAZIONE AMBIENTALE TERRE ALTE ha costruito un nuovo sito per il "Turismo Ambientale": http://www.lamacina.it/. La cooperativa tramite i centri di educazione ambienatale Catria, Nerone e Furlo vuole dare a tutti i clienti nuovi servizi e nuove proposte turistico - ricettive che mirano a sviluppare un turismo ambientale e sostenibile: soggiorni, escursioni, educazione ambientale e progettazione saranno i nostri punti fermi. Vi invitiamo a una visione al nuovo sito. Gestione Turistica La Macina Via Pianacce 1 , 61041 Acqualagna (PU) Tel. 0721.700226 Fax 0721.700148Cell. 335.1230615 prenotazioni@lamacina.it
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Battiato nel nome dell'arte e dell'ambiente

Palermo, 17 feb. 2009 - Una data speciale della tournee 2009 per portare in uno dei maggiori teatri d'Italia il nuovo album "Fleurs 2" e per sostenere il Fai - Fondo ambiente italiano nella sua opera di tutela e valorizzazione dell'arte e della natura italiane. Mercoledi' 25 marzo alle 21, Franco Battiato salira' sul palco del prestigioso Teatro Massimo di Palermo per un concerto a favore della Fondazione, il cui ricavato verra' utilizzato per mantenere vivo e aperto a tutti il Giardino della Kolymbetra, autentico gioiello archeologico e agricolo situato nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento, affidato al Fai in concessione dalla Regione Siciliana dal 1999. Un omaggio a grandi autori, un tributo a grandi amici: in "Fleurs 2", come nei precedenti album della trilogia "Fleurs" e "Fleurs 3", sono raccolti brani che Franco Battiato - sapiente "interprete orchestratore" - fa riemergere dal passato con nuova vita e nuove sonorita'. In occasione dello spettacolo al Teatro Massimo si potranno ascoltare dal vivo le sue emozionanti e originali interpretazioni di canzoni che hanno segnato la storia della musica italiana e internazionale, da Sitting on the Dock of the Bay di Otis Redding a Il carmelo di Echt di Juri Camisasca, da Il venait d'avoir 18 ans a L'addio portati al successo il primo da Dalida e il secondo da Giuni Russo, da Era d'estate di Sergio Endrigo a E piu' ti amo di Alain Barrie're che lo stesso Battiato registro' nel'64, oltre all'inedito Tutto l'universo obbedisce all'amore e ai brani piu' noti della sua strepitosa carriera. Accompagnato sul palco dalla sua piu' rodata formazione, Battiato ricreera' la magia di brani splendidi in un contesto semplice e raccolto - perfetto per questo repertorio prezioso sia nei testi che nelle musiche - stregando il pubblico per il garbo, l'eleganza e la passione del suo pensiero musicale. (Agi)
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L'onorevole del cavolo: per merito, non per offesa

Gioiosa Marea, 16 ott. 2008 - L'on. Luciano Ordile è stato deputato regionale (ed assessore alla pubblica istruzione) dalla VII all’undicesima legislatura, come dire dagli anni ’70 al 1995. La sua attività parlamentare fu moderna e per molti versi innovatrice, perfino estrosa. Si occupò di piccole e grandi iniziative e legiferò congruamente. Tra le ‘curiosità’ ricordiamo una ‘battaglia’ da lui intrapresa per la difesa della macchia mediterranea, quando non era ancora stato definito cosa ‘ufficialmente’ si dovesse intendere per ‘macchia mediterranea’, quali varietà vegetali ne facessero legittimamente parte. A questo ha provveduto, 5 anni dopo la conclusione della carriera parlamentare dell’on. Ordile, il governo regionale con decreto presidenziale del 28 giugno 2000 (G.U.R.S. 18 agosto 2000, n. 38), concernente proprio i 'Criteri per l'individuazione delle formazioni rupestri, ripariali e della macchia mediterranea'.
Proprio l’on. Ordile si fece strenuo difensore di una varietà vegetale che quel decreto legittimò al patrimonio della macchia mediterranea (rupestre): la 'brassica incana', un cavolo selvatico che si favoleggiava fosse autoctono della vallata di Mongiove e per questo venne pure chiamato, fino al 1995, ‘cavolo di Mongiove. In realtà si tratta di una varietà della famiglia delle Brassicaceae, che comprende per lo più piante erbacee, perenni o annuali, diffuse soprattutto nelle regioni extratropicali dell'emisfero boreale, ma abbondante sui costoni che da Gioiosa Marea vanno a Gliaca di Piraino o a Capo Calavà. La 'brassica incana' venne catalogata varietà di formazione rupestre, assieme all’Atamanta siciliana (Athamanta sicula), alla Camomilla delle Madonie, al cappero, al Cavolo delle Egadi (Brassica macrocarpa), etc. Le Brassicaceae, cui appartiene la varietà 'incana' sono abbastanza diffuse anche nella regione mediterranea, dove molte di esse vengono anche coltivate e utilizzate a scopo alimentare. Tra queste la Brassica incana. Che l’intento dell’on. Ordile fosse dei migliori, non vi erano bubbi, conoscendo l'attaccamento alle piccole e alle grandi 'cose' della sua provincia. Una volta prese in carico le sorti della 'brassica incana' o 'cavolo di Mongiove', fu gioco-forza coniato un appellativo per i pigri e gli illetterati: il ‘cavolo dell’onorevole’. E più presto che mai lo stesso Ordile, per immediatezza e divertimento (non per dileggio), fu riconosciuto universalmente come ‘l’onorevole del cavolo’. Se leggerà questo racconto non si offenderà perché sa che è vero e che a scriverlo è un suo sincero estimatore ed amico. MM
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INGV: tremori profondi, linguaggio della Terra

ROMA, 04.02.2009 - Gli impercettibili tremori che si verificano a notevole profondità sotto la superficie terrestre possono aiutarci a capire importanti processi geodinamici. E’ questo il contenuto di un articolo apparso oggi su Science a firma di un gruppo di autori internazionali fra cui due ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV): Mario La Rocca e Danilo Galluzzo.
Questi tremori profondi, definiti non vulcanici in quanto si osservano in aree prive di attività vulcanica, sono stati studiati in dettaglio nella zona della Cascadia, una complessa struttura geologica situata fra il Canada e gli USA. In questa regione la zolla oceanica del Pacifico sprofonda verso il mantello, scivolando sotto la zolla del Nord America, un processo geodinamico denominato subduzione.
A uno degli autori, Mario La Rocca, chiediamo qual è l’importanza dello studio dei tremori non vulcanici per approfondire le nostre conoscenze sulla tettonica delle placche, cioè quel processo dinamico globale che coinvolge la buccia più esterna del nostro pianeta per uno spessore medio di 80 km.
“L'accadimento del tremore non vulcanico osservato recentemente in diverse zone di subduzione (Giappone, Cascadia, Messico) è un processo che rilascia una enorme quantità di energia in modo molto graduale, e quindi innocuo. Gli episodi più forti in Cascadia durano da una a due settimane, rilasciando la stessa energia che un terremoto di magnitudo 6 libera in una decina di secondi. Pertanto la sorgente del tremore si colloca in posizione intermedia tra la dinamica delle zolle tettoniche, che agisce su tempi lunghissimi (milioni di anni), e la dislocazione di faglie attive, che agisce in tempi brevissimi producendo i terremoti. Lo studio del tremore profondo non vulcanico potrebbe dare un notevole contributo alla conoscenza della dinamica a scala regionale e globale consentendo una più esauriente comprensione dei processi che liberano l'energia accumulata lungo i bordi delle placche in movimento.” Con quali strumenti sono state registrate queste vibrazioni profonde e quali contributi possono dare questi studi alla sismologia?

“Il tremore profondo in Cascadia, oggetto del nostro studio, è stato registrato nel 2004 durante un esperimento realizzato in collaborazione con l'Università di Washington, Seattle. Sono stati utilizzati sismometri a tre componenti installati in configurazione di array in tre località lontane da centri abitati. La distanza dalle sorgenti di rumore antropico è un requisito essenziale per poter registrare questi segnali la cui intensità è veramente effimera.
Il risultato più importante del nostro studio è che le sorgenti del tremore profondo risultano localizzate sulla superficie di contatto tra la zolla in subduzione e la zolla continentale. Pertanto tremore profondo e slow slip, cioè i lenti scivolamenti che si osservano periodicamente tra le due placche nella stessa regione, risultano localizzati alla stessa profondità, tra 30 e 40 km. Questo e diversi altri risultati indicano che tremore profondo e slow slip sono in realtà due manifestazioni dello stesso fenomeno. E' verosimile che l'accadimento del tremore profondo e dello slow slip lungo la zona di subduzione contribuisca ad aumentare il campo di stress nella fascia dove tipicamente si verificano forti terremoti. Pertanto la comprensione di questo complesso fenomeno potrebbe avere notevoli implicazioni nella previsione di forti terremoti generati da faglie inverse, tipici delle zone di subduzione”.
Per maggiori informazioni mlarocca@ov.ingv.it 081.6108319
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Sicilia: il Punteruolo minaccia la Palma delle Canarie

Palermo, 31 gennaio 2009 – L’assessore regionale alla Presidenza e alla Protezione civile, Giovanni Ilarda, ha chiesto alla Giunta di dichiarare lo stato di calamità per l’emergenza punteruolo rosso delle palme.
“Siamo in presenza - dice Ilarda - di un vero e proprio disastro ambientale e paesaggistico che può essere fonte di pericolo anche per la sicurezza delle persone”. Secondo i dati risultanti dalla relazione tecnica trasmessa dalla facoltà di Agraria dell’Università di Palermo, infatti, sarebbe indispensabile e urgente procedere alla rimozione di tutte le piante infestate, anche per ragioni di salvaguardia dell’incolumità personale, soprattutto nei luoghi dove vi sia costante presenza dell’uomo e, in particolare, nei pressi delle scuole.
“L’insetto - si legge, infatti nella relazione - erode i tessuti delle piante determinando una serie di gallerie e cavità nel rachide delle foglie e nella corona. A carico dei tessuti danneggiati si attivano processi di fermentazione che indeboliscono anche le zone circostanti. In definitiva la stabilità della pianta è compromessa cosicché è facile che alcune parti possano cedere e precipitare. Considerando le notevoli altezze che le palme possono raggiungere e il peso considerevole delle vari parti che possono cedere, il rischio che una palma infestata possa compromettere l’incolumità dei cittadini è molto concreto. La sola foglia ha un peso di circa 2 chili, il ciuffo centrale di almeno 20-30 chili, e l’intera corona può raggiungere un centinaio di chili. La cronaca riporta parecchi casi di caduta di parti di palma fortunatamente per ora senza drammatiche conseguenze. Nella sola città di Palermo sono state registrate nel mese di settembre 2008 la caduta delle foglie centrali della corona in prossimità dei visitatori all’interno del Giardino Inglese e quella dell’intera corona presso il “Centro Amazzone” (zona Papireto), e nel mese di novembre la caduta del ciuffo centrale di una palma presso la scuola Mantegna”.
“Di fronte a tale stato di cose - dice Ilarda - ritengo che il problema investa anche la Protezione Civile. Il primo passo è la dichiarazione dello stato di calamità, per poi chiedere al Governo centrale la dichiarazione dello stato di emergenza, al fine di poter fronteggiare la situazione con mezzi e risorse adeguate alla gravità della situazione”.
Secondo i dati in possesso dell’assessore Ilarda, in Sicilia le prime segnalazioni di attacchi risalgono all’ottobre 2005 per la Sicilia orientale, e ad inizio 2006 per la Sicilia occidentale. Nel biennio successivo l’insetto ha drammaticamente incrementato la sua presenza nelle province di Catania (più di 2000 piante attaccate) e Palermo (circa 2500 piante attaccate) e si è diffuso in modo consistente in tutta la provincia di Trapani (circa 2000 piante attaccate) di Ragusa (oltre 500 piante attaccate), mentre le altre province, pur incluse nell’area di diffusione dell’insetto, non fanno ancora registrare situazioni fuori controllo.
“La progressione dell’infestazione - si legge ancora nella relazione dell’Università di Palermo - è in grado di compromettere in modo irreparabile il patrimonio delle Palme ornamentali, senza contare che i primi attacchi segnalati su palme nane (Chamaerops humilis), nel caso in cui si estendessero anche ad ambienti naturali porterebbero ad effetti devastanti per l’ambiente”.
“La palma delle Canarie, introdotta in Sicilia alla fine del XIX secolo - prosegue l’Assessore Ilarda - è entrata prepotentemente nel paesaggio, nelle credenze e nelle tradizioni popolari instaurando legami forti con la popolazione, tanto che questa è forse la palma oggi più diffusa in Sicilia. La distruzione di migliaia di esemplari a causa del Punteruolo rosso sta però modificando, se non pregiudicando, il profilo percettivo del paesaggio, spesso intimamente contrassegnato da questa presenza. Limitandosi alla città di Palermo, la forte attenuazione della presenza delle palme porterà a cancellare parte importante di ciò che ancora rimane del mito di “città giardino”.
“L’iniziativa di protezione civile si inserisce - conclude l’assessore alla Presidenza - nel quadro di importanti interventi già avviati dall’Assessore all’Agricoltura Giovanni La Via, insieme al quale convocheremo con urgenza, nei prossimi giorni, un tavolo tecnico regionale per definire una strategia comune diretta ad affrontare adeguatamente e con prontezza tutti gli aspetti del grave problema”. Manlio Viola
foto: http://www.naturamediterraneo.com/Public/data5/sg/Chamaerops%20humilis%20(Zingaro)016sm.jpg_20072523430_Chamaerops%20humilis%20(Zingaro)016sm.jpg
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I parchi nazionali in Sicilia dopo la sentenza della Corte costituzionale

di Renzo Moschini
29/01/2009- La Corte costituzionale in una sua recente sentenza ha respinto il ricorso della Regione Sicilia che aveva impugnato il provvedimento del governo con il quale si intende istituire 4 parchi nazionali nell’isola; Egadi e litorale trapanese, Eolie, Isola di Pantelleria e degli Iblei. La sortita del governo era avvenuta senza che la regione siciliana fosse stata coinvolta e mirava soprattutto a ‘segnare’ una presenza di alcuni parchi nazionali in un territorio che ne è privo, ma che ha 4 importanti parchi regionali e una diffusa e ricca rete di altre aree protette istituite prima ancora che lo stato si dotasse di una sua legge.Lo Stato tornava alla carica per colmare quello che da tempo considera una assenza a cui ormai bisogna rimediare. Quasi un questione d’onore, sicuramente di prestigio. Il nuovo tentativo –questa volta accompagnato anche da precisi stanziamenti- non avveniva tuttavia nelle migliori condizioni per uno stato che era riuscito negli ultimi tempi a mettere in crisi anche l’area protetta marina di Ustica che per anni è stata un vero e rarissimo fiore all’occhiello nel comparto quanto mai malmesso. D’altronde anche i precedenti più recenti specialmente per quanto riguarda le aree marine dell’isola lasciavano più che a desiderare, visto che la gestione prevista risultava oltre che ballerina certamente poco conforme alla lettera e allo spirito della legge quadro. Insomma uno stato che vuol rifarsi, piantare una sua bandiera nell’isola, ma che non riesce a farlo con credibilità e modalità adeguate.La regione siciliana non gradì questa nuovo tentativo e impugnò il provvedimento. Qualcuno –come Legambiente- aveva sconsigliato l’impugnativa e consigliato la via politica. Contestare la costituzionalità del provvedimento sia pure per una regione molto speciale è stato, infatti, un errore perché in tutte le altre regioni speciali ci sono parchi nazionali anche storici e non si vede perché allo stato sia interdetto un eventuale intervento nell’isola. Era meglio, molto meglio usare gli argomenti riguardo alla presenza effettivamente diffusa e forte delle aree protette regionale per verificare come lo stato avrebbe potuto rafforzare con un suo intervento il sistema isolano. Che i parchi regionali siciliani siano di grande estensione e non lo siano invece altrettanto alcuni dei parchi nazionali previsti, è sicuramente un argomento importante ma non dirimente visto che in Sardegna abbiamo due parchi nazionali di un solo comune. Insomma anche in base alla legge quadro la differenza tra parchi nazionali e regionali non passa per la discriminante della dimensione come conferma ampiamente la mappa attuale dei nostri parchi. Proprio la Corte costituzionale nella sua sentenza si sofferma sulla ‘interregionalità’ dei parchi per ricordare che essa si riferisce non unicamente alla geografia ma al fatto che determinati ambienti pur circoscritti ad un determinato territorio anche regionale possono avere una valenza interregionale. Ecco un terreno su cui regione e stato possono concordare interventi e avviare una ‘leale collaborazione’ che non risponda soltanto a ragioni di ‘prestigio’ che francamente appaiono del tutto datate e fuori luogo. Che il coordinatore dei verdi si compiaccia della sentenza perché non impedisce allo stato di tornare alla carica somiglia un po’ troppo all’idea di Pecoraro Scanio che alla vigilia della sua dipartita ebbe la brillante idea di proporre per le commissioni di riserva delle aree protette marine non –finalmente- la loro abrogazione ma il dimezzamento per ‘risparmiare’.Il governo ha sbagliato a prendere decisioni in maniera unilaterale non coinvolgendo preventivamente la regione che a sua volta ha sbagliato a non aprire un tavolo politico. Non è detto che quello che non è stato fatto qualche mese fa non si possa e non si debba fare ora. (GreenReport.it)
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