8 dicembre 2008 - Il Parco dei Nebrodi è una realtà geografica e culturale (e non un ente) originariamente identificabile nell’area dei monti Nebrodi o Caronie, che formano la catena montuosa che assieme alle Madonie ad ovest e ai Peloritani ad est, costituiscono l’Appennino Siculo. Il Parco dei Nebrodi, che ancora, di seguito cercheremo di descrivere a chi non ne avesse sufficiente conoscenza è abitato dai suoi abitanti, che lo abitano a titolo gratuito, vi svolgono le loro attività e pagano le tasse, cercano i loro sbocchi professionali e umani che nessuno finanzia. Si è, dunque, cittadini dei Nebrodi per nascita, a titolo gratuito, come avviene per i cittadini di tutto il mondo, probabilmente. Nell’area dei Nebrodi, a titolo puramente didascalico, si possono identificare ‘emergenze’ come il cavallo di S. Fratello, il suino nero, i laghi, una quantità di varietà vegetali autoctone, etc. Ma sono ben più numerose e complesse.
Cittadini e non utenti
Attorno a tutto questo bene di Dio si formalizzano aspettative e progetti che facendo leva sulle risorse naturali e spontanee dell’area aspirano a divenire ‘risorsa’ al proprio guadagno, su cui innestare comitati scientifici, tecnici, letterari, poetici, fotografici e gastronomici. Consigli di varia competenza e natura, con statuti, regolamenti, cariche sociali e relativi emolumenti. Il Parco dei Nebrodi può essere identificato, dunque, come un’area della Sicilia orientale e centrale, tipicamente caratterizzata dalla presenza della faggeta naturale che rappresenta un fenomeno quasi inspiegabile, dal punto di vista pedoclimatico, ed è per la Sicilia ciò che l’Amazonia rappresenta per il mondo: un enorme polmone verde, di naturalezza, di tradizioni e bellezza. L’area dei Nebrodi confina col Mar Tirreno, con’Etna, dalla quale la separa il fiume Alcantara e col corso del fiume Simeto. Ciò descrive un’area inclusa tra i territori delle province di Messina, Palermo ed Enna, ma interessa pure Catania e una lunga lista di paesi e luoghi di rilevante interesse naturalistico e culturale.
I vati dell'ambientalismo ecumenico
Attorno a qualche espressione di questo versante burocratico ed economico si aggira il comparto dell’ambientalismo ecumenico, coi suoi sacerdoti e i suoi vati, custodi di sapienza e segreti inafferrabili, e di una sagacia che non affranca le masse locali dall’oscurantismo ecologico, ma da speranze in un futuro rischiarato dall’influsso benefico e purificatore che emana dalle pranoterapeutiche mani e dalle coscienze dei santoni.
Le cerimonie e i riti sacri
Le cerimonie, i riti sacri e le messe sono atti di magia frequenti, quasi giornalmente vengono officiati preliminari, intese e riti sacrificali, sermoni e viaggi della speranza. Gli spostamenti non avvengono più con le carovane trainate da cavalli sanfratellani, bardati a mezzo lutto, quando il computo delle escort assoldate non può eccedere la quota di due a testa per gli esigenti condottieri. Il sacrificio delle vergini è stato convertito in semplici sfilate di moda. I sia pur brevi tragitti non alleviano il bisogno di manifestarsi con rapaci d’altura appollaiati sul braccio pendulo, affinché i rari esemplari non conoscano la noia e non debbano piangere l’assenza di burocrati dai cuori malleabili ormai piegati nel sentimento di padri amorevoli alla corte di illegittimi figli fragili ma vieppiù amabili ed amati.
I cittadini dei Nebrodi rivogliono le loro terre
E’ qui che i cittadini dei Nebrodi, sperduti dalla burocrazia dei Piani, cercano di riavere le loro terre, le fotografie dei padri e le loro parlate, scaltriti dalla Coca Cola e dal jazz che ormai scorre al posto di alcuni ruscelli, sponsorizzati da enti pubblici e privati di una regione del mondo che deve ancora nascere. E’ là che cercano le proprie origini e il proprio nome. E come neonati appena svezzati pronunciano incerti ma umani: Ne-bro-di. Cioè casa mia, dove da grande pagherò pure le tasse. foto viaggi.corriere.it
Vedi pure:
http://parcodeinebrodi.blogspot.com/2008/12/riprendiamoci-il-parco-dei-nebrodi.html
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