Una lettera di Nino Dellamici: la 'corsa' dei cittadini dei Nebodi per cambiare residenza e 'annettersi' alla Regione dei Nebrodi
Ecreggio signò direttore imminentissimo,
c’iscrivo la seguente gradita lettera che segue perché a casa mia ciò lira di dio perchè mi sono arrivati avariati parenti dall’Italia e dall’estero. Come lei sa, infatti, il Governo siciliano affatto una nuova Regione chiamata ‘Regione dei Nebrodi’ e i parenti emigrati all’estero sono tornati urgentemente per sbrigarsi le carte e cambiare subito residenza, per non correre il rischio di restare ‘siciliani’.
L’ambasciatore dei Nebrodi - infatti - addetto che gli abbitanti della Regione dei Nebrodi si chiameranno ‘abitanti’ (con una ‘b’) mentre i siciliani continueremo a chiamarci ‘abbitanti’, con 2 ‘b’. Però non saremo più siciliani ma ‘nebrodiani’ o ‘nebrodesi’, con una ‘b’. Anche la moneta non sarà più l’euro ma il ‘tarallo dei Nebrodi’. Sua imminenza l’ambasciatore addetto che con un ‘tarallo dei Nebrodi’ si potrà comprare mezzo crasto, una provola di Basicò e due capi di salame di S. Angelo, oppure una raccolta completa dei dischi di Ulio Inglesias, un fustino di detersivo per lavabiancheria a mano oppure un telefono cellulare con la macchina da cucire incorporata che ricama cuoce e rammenta. La lingua parlata sarà un misto di sanfratellano, inglese e dialetto lombardo, ad eccezione dei nomi delle persone che si dovranno chiamare col nome ‘elle mistico’ e cioè col nome della Grecia antica: Nunziatas, Michelis, Turis, Assuntinas.
Lo stemma
L’ambasciatore addetto pure che ci cambiano lo stemma e ce lo mettono come a quello della Roma, che cianno una lupa coi figli che si sucano il latte.
A noi, al posto della ‘lupa’ ci volevano mettere la ‘lapa’, ma l’ambasciatore addetto di metterci la beby sister che allatta una settina di maialini dei Nebrodi col bibberò, e se la sera si fa tardi la beby sister si ferma a dormire.
L’inno nazionale
La Regione dei Nebrodi, addetto l’ambasciatore, avrà il suo statuto, il suo codice della strada, il suo codice penale, il suo kamasutra, il suo martirologio e i suoi eroi. Ora che non ciabbiamo più l’eroe Garibaldi ci possiamo prendere a Totò Schillaci oppure Vittorio Sgarbi. L’inno nazionale sarà ‘Minchia signor tenente’. Al posto della macchina si camminerà coi cavalli di San Fratello ma solo se uno è iscritto al circolo e fa le traversate, se no a piedi. E siccome nella Sicilia garibaldina il governo cià lo ‘Statuto speciale’, fondato sul lavoro, noi della Regione dei Nebrodi dobbiamo fare uno ‘Statuto coi controcazzi’, fondato sui fuochi d’artificio. La messa sarà celebrata con funzione ‘orto d’ossa’ e ‘messa’ deriverà dal verbo ‘metterla’. Inoltre, per statuto sarà tre volte Natale e convegni tutto l’anno, anche i muri potranno parlare mentre i soldi già lo fanno. E si farà l'amore ognuno con chi gli va, senza grandi disturbi, fino a una certa età (163 anni): per questo i sindaci di tutti i paesi della Regione dei Nebrodi faranno togliere ‘Via Garibaldi’ e al suo posto faranno mettere ‘Via Gra’.
Grazie della tensione. Graditi saluti.
Il suo amico Nino Dellamici
Home »
» La Regione dei Nebrodi si stacca dalla Sicilia
Nessun commento:
Posta un commento