Il viaggio lungo e straordinario delle anguille

LA STUPEFACENTE MIGRAZIONE DELLE ANGUILLE
28 dic 2008 - Lo scorso week-end, dopo il grande successo della manifestazione gastronomica 2007, Lesina ha aperto le feste natalizie con la “Sagra dell’Anguilla 2008” (quinta edizione). Numerosi stands gastronomici, 3000 piatti, tanta musica per rievocare storia, tradizioni, folkore e gastronomia, che hanno come indiscussi protagonisti un popolo di pescatori. La manifestazione, organizzata con il patrocinio ed il contributo della Regione Puglia e dell’Ente Parco del Gargano, ha visto la partecipazione della società di gestione delle risorse territoriali di Lesina, dell’associazione “I Custodi degli Antichi Sapori” e del circolo “Anziani di Lesina”, oltre, ovviamente, le cooperative di pescatori.
Capitanata.it applaude all’evento con una curiosità, che non tutti conoscono.
Giuseppe Colosi, professore universitario e zoologo, nella sua opera “Le meraviglie del mare”, ci offre una descrizione particolareggiata del viaggio stupefacente che compiono le anguille.
Ce lo racconta attraverso la ricostruzione del danese J. Schmidt, che profuse tempo e danaro per scoprire il mistero della loro vita.
Ogni anno, verso autunno, le anguille adulte, dopo aver trascorso gran parte della loro esistenza nelle acque dolci senza mai abbandonarle, assumono un colore più vivace con toni rossastri sul dorso e perlacei sul ventre.
Sentono un irrefrenabile istinto atavico, che le spinge verso l’oceano.
Quelle che dimorano nelle acque delle lagune o degli stagni litoranei non hanno da percorrere che un breve tragitto e possono facilmente ed in brevissimo tempo raggiungere lo scopo.
Ma quelle che hanno dimora nelle acque interne sono costrette a compiere viaggi che, in certi casi, sono di centinaia e centinaia di chilometri.
A volte risiedono in bacini chiusi, privi di qualsiasi comunicazione con i fiumi; ma il loro istinto è più forte di qualsiasi ostacolo: esse evadono dalle vasche, dagli stagni e, durante la notte, strisciando sul suolo erboso e preferibilmente bagnato, superano la distanza che le separa dai corsi d’acqua che dovranno condurle al mare.
Una volta giunte al mare, si inabissano fino a profondità non inferiori a mille metri.
Le anguille del mediterraneo attraverso lo Stretto di Gibilterra, quelle del Baltico attraverso il Mar del Nord raggiungono l’Atlantico.
Ma il loro lungo viaggio termina nel bel mezzo del Nord-Atlantico, presso le Bermude (che distano circa 800 chilometri dalla costa americana) ed il Mar dei Sargassi (tra le Bermude e le Grandi Antille, caratterizzato da alghe gigantesche, i “sargassi”). Qui si raccolgono non soltanto le anguille provenienti dall’Europa, ma anche quelle del continente americano.
Finalmente giunte alla stazione di arrivo, sostano ad alcune migliaia di metri di profondità; avviene allora la deposizione delle uova.
Dopo questo momento, la sorte delle anguille adulte è completamente conosciuta. Può darsi che soccombono dopo breve tempo; può anche darsi che sopravvivono ancora per un periodo più o meno lungo nelle profondità marine, comportandosi come pesci abissali. Certamente non ritornano più nelle acque dolci.
I piccoli delle anguille, invece, a poco a poco rifanno in senso inverso il viaggio compiuto dai loro genitori; entrano nel Mediterraneo, nel Baltico e, dopo circa tre anni di viaggio, si avvicinano alle coste. Misurano allora non più di 6-9 centimetri.
L’affluenza verso il litorale da parte delle “cieche” (così, in tale fase, sono chiamate le piccole anguille) si verifica annualmente e, di solito, ha luogo in inverno.
All’inizio della primavera, le acque dolci ricevono la maggior quantità di piccole anguille. L’ingresso nelle foci dei fiumi avviene soprattutto di notte.
Raggiunte le sedi definitive, la loro crescita avviene lentamente. Le “cieche”, dopo il loro passaggio alle acque dolci, crescono da 8 a 10 centimetri per anno e, solo dopo 4-5 anni, arrivano a misurare 40 o 50 centimetri.
Segue una sosta della durata di 3 o 4 anni. Dopodiché, ormai adulte, si preparano al lungo viaggio di ritorno, verso l’oceano.
Alfonso Masselli
foto: http://www.irreer.it/boscomesola/testi/anguille.html
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