IL G8 AMBIENTE A SIRACUSA OCCASIONE PER LA CITTA' E PER LA SICILIA

Intervento del vice presidente della Regione Siciliana, Titti Bufardeci al G8 di Siracusa
21/04/2009 - Dal 2006 Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica sono iscritte nella World Heritage List. Un traguardo ambito, un onore che catapulta la patria di Archimede nell’Olimpo delle città simbolo che rappresentano nell’intero pianeta la cultura, la storia, la magnificenza architettonica e ambientale. La cultura è l’anima di un popolo. L’anima di questo popolo, a Siracusa, è patrimonio dell’umanità. E da Siracusa, città del mondo tra le città del mondo, forte di una storia e di un respiro lungo tremila anni, partono nuove sfide e si affrontano le nuove responsabilità che sono patrimonio reale dell'umanità di oggi e delle generazioni di domani.
Il G8 di Siracusa, dedicato ai temi della tutela ambientale, vuole lanciare un importante messaggio politico sulle biodiversità, sul rapporto tra salute e ambiente, sul tema dei cambiamenti climatici. E' un punto di svolta per coinvolgere nella lotta ai cambiamenti climatici i key players mondiali, coloro che incidono sul sistema della produzione e del consumo di energia. Da Siracusa dovrà partire il confronto tra i grandi interlocutori in materia di emissioni e si porranno le basi per una riflessione comune con la nuova amministrazione statunitense, attiva come non mai nella promozione delle green strategy, che ha annunciato un atteggiamento più attivo sul tema dell’ambiente. All'Italia tocca il compito di presiedere e indirizzare la discussione, ricercare unità d'intenti e coordinamento degli interventi per la condivisione di obiettivi concreti.
Dal vertice di Siracusa dovranno discendere comportamenti virtuosi, utili a limitare l’impatto del clima e indicare la strada che porti la “macchina mondiale” a inquinare meno e consumare meglio l’energia necessaria per lo sviluppo e il benessere di popoli e Nazioni. Siracusa viene considerata città della cultura e del turismo all’interno di un contesto naturale e territoriale di straordinario valore, ha costruito una relazione inedita fra dimensione locale e globale.
Siracusa, in nuce, è il paradigma di come ciascuna comunità sia chiamata a mettere in evidenza le proprie aree di forza, gli specifici patrimoni da valorizzare. Siracusa ha già individuato una principale area di policy: la sua storia, il suo ambiente, la sua cultura, patrimonio mondiale Unesco.
Per questo, la consacrazione di Siracusa, quale luogo ideale per celebrare il vertice mondiale sull'Ambiente, coincide con l’obiettivo finale: fare di questa città una città dei saperi, della produzione di cultura e della sua fruizione, dotata di centri di eccellenza artistica e ambientale e di beni culturali in rete.
Non una città astratta, ma la concreta società locale di Siracusa che si prospetta e si proietta in un futuro possibile e sostenibile. Sostenibile come devono essere le proposte politiche sull'ambiente affrontate in questi giorni del G8.
Siracusa si presenta come luogo di cultura, in antitesi a chi concepisce lo sviluppo come numero puramente quantitativo dell’economia, basato solo su indicatori di crescita.
La nostra esperienza vuole testimoniare gli aspetti di sostenibilità, di uso equilibrato delle risorse e di convivenza sociale. Città della cultura, a sua volta, implica obiettivi di qualità del lavoro, qualità della vita e dell’ambiente fisico in cui la cultura e la tutela dell'ambiente siano il vero volano economico.

Siracusa ribadisce il suo essere cerniera geografica e politica tra passate e future generazioni, ponte virtuale che collega le culture d’Europa e del Mondo. Con l’avvio della riqualificazione Siracusa, ha recuperato quell’antica vocazione e segnato un punto di svolta per lo sviluppo strategico e integrato dell’intero territorio che sempre più colloca la città nel contesto italiano ed europeo alla pari delle grandi città d’Europa. È il tempo dello spazio come espressione di una vitalità sociale, a una visione del Mediterraneo che rimanda al 2010 quando le sponde del mare nostrum torneranno a toccarsi di nuovo con la zona di libero scambio. Ricordando a tutti noi che qui è stata concepita l’Europa.
Oggi è necessario attrezzarsi con strumenti all’altezza di una sfida così impegnativa. Quella che segna il passaggio dalla società dei luoghi alla società dei flussi, e ne fa il criterio generale e condiviso per la progettazione, la scelta e la valutazione degli interventi tanto più in materia ambientale che diventa il segno della qualità della vita di tutti e di ciascuno.
In gioco c’è la posizione che l’Italia e la Sicilia potranno mantenere in Europa e nel Mediterraneo, nell’ambito di una competizione sempre più serrata tra regioni, stati e aree continentali. I fattori della competizione globale, la ricerca, l’innovazione, le infrastrutture fisiche e immateriali, il capitale umano, a Siracusa e in genere nel Mezzogiorno d’Italia rendono difficile l’offerta di servizi avanzati nel settore ambientale e turistico.
Qui sta la nostra capacità di immaginare un futuro per noi e per le generazioni di domani indirizzando risorse economiche e umane alla valorizzazione di questa eccezionale ricchezza e bellezza. Assume sempre più importanza la identificazione chiara di ciò che è "risorsa culturale " e dell'implementazione di una politica di "condivisione " delle risorse che si basi sulla circolazione, sul recupero, sulla distribuzione equa (cioè adeguata alle esigenze in un regime di equilibrio con il territorio) e non su logiche di accumulo quantitativo e di mercificazione. Non un'idea di sviluppo basato sull'incremento continuo, perché accettiamo come possibile anche una strategia di "decrescita", piuttosto l'adozione di una politica di consumo consapevole, disponibile a forme alternative di distribuzione e soprattutto capace di progettare un' attività nel tempo ossia una capacità di manutenere le prestazioni sul lungo periodo bilanciando ogni volta interessi ed esigenze. Tutti gli attori della filiera culturale, turistica,agricola,energetica per far parte di uno scenario economico eco-sostenibile, devono costruire una rete di solidarietà:scambio di energie, circolarità dei prodotti, sostegno reciproco, apertura.
La nostra diversità, e paradossalmente il nostro mancato sviluppo, deve diventare la nostra forza specifica . Per diverse ragioni socio-economiche, oltre che per fattori di contingenza storica, dobbiamo imparare a fare rete, costruire, gestire, conservare catene "alimentari". Un modello di sviluppo eco-sostenibile composto intanto dalla competenza e dall'esperienza (utilizzata come risorsa da condividere) delle diverse professionalità . La nostra diversità può e deve essere per tutti noi una risorsa. Per fare tutto questo, per difendere il nostro ambiente, abbiamo bisogno di tutti. Per realizzare tutti insieme dialogo e solidarietà, essenza civile per uno sviluppo di tutti e di ciascuno, sviluppo che sia il segno d’identità e di visibilità dell’agire siciliano in Italia e in ogni luogo del mondo”.

Giambattista Bufardeci
Vice Presidente Regione Siciliana
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