COMUNICATO DELL'ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA SUL TERREMOTO DEL 6 APRILE 2009

Roma 6 Aprile 2009 - La Rete Sismica Nazionale dell’INGV ha registrato un terremoto di Magnitudo 5.8 (Magnitudo Richter) (6.2 Mw=magnitudo momento) nella zona dell'Aquilano, il 6 Aprile 2009 alle 3:32 (ora italiana). Le coordinate epicentrali risultano: Lat. 42.33N e Long. 13.33E. La profondità dell'ipocentro è pari a 8.8 km. Il terremoto è caratterizzato da un meccanismo di tipo estensionale, con piani di faglia orientati NW-SE e direzione di estensione NE-SW (anti-appenninica).
La scossa è stata seguita da decine di repliche, la più forte delle quali è avvenuta alle 4:37 italiane con magnitudo pari a 4.6. Tutte queste scosse sono avvenute a profondità crostali (entro i 10-12 km), tipiche dei terremoti dell'Appennino. Questa circostanza determina un forte risentimento dello scuotimento in area epicentrale. Tutte le stazioni della Rete Sismica Nazionale dell'INGV hanno rilevato chiaramente le onde sismiche generate dalla scossa principale.
Sul sito dell'INGV(alla voce Terremoti Recenti) vengono riportate tutte le informazioni sull'evento sismico e sul suo inquadramento nel contesto della sismicità precedente e della classificazione sismica del territorio.
La zona è stata oggetto di una sismicità frequente con caratteristiche di sciame sismico a partire dal mese di gennaio 2009, con centinaia di scosse tutte di modesta entità, fino all'evento di magnitudo 4.0 avvenuto il 30 marzo scorso.
Si sottolinea la circostanza secondo la quale, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile realizzare una previsione deterministica dei terremoti (previsione della localizzazione, dell'istante e della forza dell'evento). Ciò è vero anche in presenza di fenomeni quali sequenze o sciami sismici che nella maggior parte dei casi si verificano senza portare al verificarsi di un forte evento. Una scossa quale quella che si è manifestata oggi viene normalmente seguita da numerose repliche, alcune delle quali probabilmente assai sensibili.La zona in oggetto è stata sede in passato di forti terremoti. In particolare, l’attività di questi giorni si colloca tra la terminazione meridionale della faglia che si è attivata nel terremoto del 1703 (Int. MCS del X grado MCS, pari a Magnitudo circa 6.7) e i limiti settentrionali della faglia associata nei cataloghi al terremoto del 1349 e di quella denominata “Ovindoli-Piani di Pezza”. Si ricorda che i comuni interessati ricadono tra la prima e la seconda categoria della classificazione sismica del territorio nazionale. Negli ultimi anni la zona non è stata interessata da forti terremoti. Subito dopo il manifestarsi dell'evento l'Istituto si è mobilitato inviando nell'area colpita le sue strutture di emergenza quali la rete mobile e altre squadre di rilevatori.
Roma 6 Aprile 2009 ore 6:30
Nota sulla magnitudo: la magnitudo usata di routine per stimare la grandezza di un terremoto è la cosiddetta Magnitudo Richter o Magnitudo Locale (Ml), che viene calcolata sull'ampiezza massima della registrazione sismica di un sismografo standard (a corto periodo). Viceversa la Magnitudo Momento (Mw) viene elaborata attraverso un trattamento numerico dell'intero segnale sismico su tutte le frequenze evidenziate dalla registrazione. Per terremoti forti la Mw viene ritenuta una stima più accurata della severità dell'evento.
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