L'onorevole del cavolo: per merito, non per offesa

Gioiosa Marea, 16 ott. 2008 - L'on. Luciano Ordile è stato deputato regionale (ed assessore alla pubblica istruzione) dalla VII all’undicesima legislatura, come dire dagli anni ’70 al 1995. La sua attività parlamentare fu moderna e per molti versi innovatrice, perfino estrosa. Si occupò di piccole e grandi iniziative e legiferò congruamente. Tra le ‘curiosità’ ricordiamo una ‘battaglia’ da lui intrapresa per la difesa della macchia mediterranea, quando non era ancora stato definito cosa ‘ufficialmente’ si dovesse intendere per ‘macchia mediterranea’, quali varietà vegetali ne facessero legittimamente parte. A questo ha provveduto, 5 anni dopo la conclusione della carriera parlamentare dell’on. Ordile, il governo regionale con decreto presidenziale del 28 giugno 2000 (G.U.R.S. 18 agosto 2000, n. 38), concernente proprio i 'Criteri per l'individuazione delle formazioni rupestri, ripariali e della macchia mediterranea'.
Proprio l’on. Ordile si fece strenuo difensore di una varietà vegetale che quel decreto legittimò al patrimonio della macchia mediterranea (rupestre): la 'brassica incana', un cavolo selvatico che si favoleggiava fosse autoctono della vallata di Mongiove e per questo venne pure chiamato, fino al 1995, ‘cavolo di Mongiove. In realtà si tratta di una varietà della famiglia delle Brassicaceae, che comprende per lo più piante erbacee, perenni o annuali, diffuse soprattutto nelle regioni extratropicali dell'emisfero boreale, ma abbondante sui costoni che da Gioiosa Marea vanno a Gliaca di Piraino o a Capo Calavà. La 'brassica incana' venne catalogata varietà di formazione rupestre, assieme all’Atamanta siciliana (Athamanta sicula), alla Camomilla delle Madonie, al cappero, al Cavolo delle Egadi (Brassica macrocarpa), etc. Le Brassicaceae, cui appartiene la varietà 'incana' sono abbastanza diffuse anche nella regione mediterranea, dove molte di esse vengono anche coltivate e utilizzate a scopo alimentare. Tra queste la Brassica incana. Che l’intento dell’on. Ordile fosse dei migliori, non vi erano bubbi, conoscendo l'attaccamento alle piccole e alle grandi 'cose' della sua provincia. Una volta prese in carico le sorti della 'brassica incana' o 'cavolo di Mongiove', fu gioco-forza coniato un appellativo per i pigri e gli illetterati: il ‘cavolo dell’onorevole’. E più presto che mai lo stesso Ordile, per immediatezza e divertimento (non per dileggio), fu riconosciuto universalmente come ‘l’onorevole del cavolo’. Se leggerà questo racconto non si offenderà perché sa che è vero e che a scriverlo è un suo sincero estimatore ed amico. MM
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