Valle del Mela: 'L’Anno che…verrà'

3 genn. 2009 - Cosa accadrà nel nuovo anno? La Befana a chi porterà il carbone ed a chi i dolcetti ? Noi della T.A.T. riteniamo che il 2009 dovrà essere utile per imbastire linee strategiche per lo sviluppo socio-economico della Valle del Mela. Ci piacerebbe, per una volta, sostituirci alla Befana. Distribuire tanto carbone ed invece questa volta ci limitiamo a desiderare il vero cambiamento affinché i temi critici e caldi trovino la soluzione.

I punti caldi e critici sono :

a- Centrale di compressione Gas a Monforte Marina, l’attuale silenzio non significa desistenza, siamo certi che il proposito di chi vuole questa infrastruttura tecnologica è vivo, ma il contrasto sarà piuttosto duro, noi siamo per un deciso NO!! Siamo convinti che il management politico regionale, provinciale e dello stesso Comune permetteranno la esecuzione dell’opera, ma noi faremo di tutto per inchiodarli alle loro responsabilità;
b- L’HMU3, l’impianto per la produzione di idrogeno della Raffineria di Milazzo inizierà i lavori ad aprile del 2009, altra opera utile solo chi produce e non al territorio della Valle del Mela;
c- Il nuovo Elettrodotto Terna da 380 KV che attraversa comuni e coltivazioni, anche di tipo pregiato, con procedura poco trasparente o se preferite con procedura costruita per favorire la realizzazione senza alcun rispetto del patrimonio storico e paesaggistico;
d- Il potenziamento della Centrale termoelettrica Edipower di S. Filippo del Mela, a fonte di modeste opere di mitigazione delle emissioni in atmosfera;
e- Il degrado fisico ed ambientale del territorio della Valle del Mela, aggravato da un piano industriale disordinato quale quello dell’A.S.I., che non ha mai funzionato;
f- La grave presenza di malattie degenerative e croniche respiratorie;
g- L’inesistente sviluppo socio-economico;
h- La grave assenza di una vera strategia dello sviluppo.

Tutto questo è sotto gli occhi di tutti e non una nostra valutazione, purtroppo è la triste realtà. Bisognerebbe altresì individuare i “fannulloni” e/o i “furbacchioni”, volendola pensare alla stessa maniera del noto Ministro Brunetta, che ancor meglio precisa : “ Noi Italiani siamo quelli che, in Europa, crescono di meno. Perdiamo competitività e questo si deve ad arretratezze strutturali, fra le quali una pubblica amministrazione costosa ed inefficiente. ….. La fannullonicrazia è nemica di tutti e buona solo per chi ne approfitta.”
In Sicilia, oltre a quanto il Ministro Brunetta combatte, vi è una burocrazia creata e modellata per realizzare opere utili solo agli speculatori: proprio un coacervo di furbizia che sembra sfuggire alle più semplici logiche della efficienza economica e dello sviluppo sostenibile.
Purtroppo le linee di azione del Ministro Brunetta sono a nostro avviso limitate, non siamo d’accordo al rinvio della entrata in vigore della normativa sulla Class Action ne alla impostazione operativa della stessa, come a dire “si può agire purché la azione collettiva non danneggi il soggetto responsabile” – Non capiamo il senso di tanta prudenza. L’etica non può essere mitigata.
In Sicilia la normativa Urbanistica non è evoluta per rappresentare una precisa garanzia di sviluppo ordinato, ogni atto può essere preordinato per consentire privilegi a chi nel modo convenuto li ha invocati. A prova di ciò è sufficiente valutare il disordinato sviluppo dei nostri agglomerati urbani sospinto dalla speculazione edilizia e dal profondo nichilismo utilitaristico.
Orbene, se la Magistratura ci volesse mettere il naso, capita che il reato non viene riscontrato, poiché la legge o la normativa, non essendoci non è stata violata, ma sono stati violati i diritti dei cittadini, il diritto Costituzionale al lavoro, alla salute, allo sviluppo sostenibile, ai servizi.
Lo Stato in questa terra mostra tutti i suoi limiti, la questione meridionale è una questione intellettuale, etica e morale.
Bisognerebbe trasformare questa inefficiente borghesia per liberalizzare i diritti, la vera democrazia.
Ogni sforzo riformista viene vanificato, speravamo tanto nel Federalismo, ma se sarà annacquato sarà una ulteriore inutile riforma.
I bisogni sono tanti e gravi, il sistema occupazionale mortificato dall’eccessivo assistenzialismo, i comuni come prima forma di governo che il cittadino incontra, sono ampiamente disorganizzati e grava il sospetto che ciò sia voluto; Quindi del meridionale che migra per cercare lavoro o democrazia, verso una vita più dignitosa, lasciando che i gretti speculatori saccheggino persino i loro ricordi, nessuno ne parla.

La descrizione dell’infernale condizione della Valle del Mela o dei Veleni, e penso del meridione in genere, ormai è nota, eppure quando Vittorio Sgarbi incitava il vulcano a distruggere ciò che gli speculatori avevano distrutto, tutti hanno gridato allo scandalo, ma nessuno ha pensato al turbamento del personaggio, nel vedere la bellezza della nostra terra saccheggiata, vilipesa ed offesa.

Basta piangersi addosso, scrolliamoci della inefficienza e misuriamoci in ciò che vogliamo.
Stimatissimo Ministro Brunetta, se nell’amministrazione pubblica ci sono parecchi fannulloni, nel managment politico ci sono parecchi furbacchioni, dall’attuale Governo ci si aspetta parecchio, non solo ridurre i fannulloni e migliorare la efficienza della macchina amministrativa, ma snidare i furbacchioni, quelli che utilizzano le risorse pubbliche per accrescere il consenso elettorale, quelli che concertano forme di sviluppo in spregio alla sussidiarietà e sostenibilità, quelli che danno coperture per lo sperpero.
Nella Valle del Mela, accadono cose piuttosto strane, un inefficiente polo industriale, ubicato in una fascia costiera bellissima, genera da sempre degrado fisico del territorio e dell’ambiente, genera gravi patologie per la salute, non genera economia di base, i profitti di tali aziende risiedono altrove, le strutture ospedaliere sono incapaci a contrastare le malattie degenerative, e si commenta tale realtà con “scelta sbagliate del passato”.

Ci chiediamo:

Perché si continua a potenziare tali scelte ?
Perché nelle Valutazioni di Impatto Ambientale, le compensazioni ambientali sono inesistenti ? Perché si fa passare tutto questo come scelte strategiche ?

Noi abbiamo una visione diversa dello sviluppo economico ordinato e sostenibile.
Mi pare che tale realtà non giovi alla crescita sociale, la gente non capisce perché si debba pagare con la propria salute una particolare forma di sviluppo, non capisce perchè certi finanziamenti giungono alle aziende che inquinano e non a sostenere una vera politica del risanamento, non capisce perché per circa mille addetti a queste industrie ottantamila cittadini debbono rinunciare ad altre forme di sviluppo e vivere in gravi condizioni di rischio.
Non capisce perché taluni amministratori si prodigano nel sostenere gli interessi degli speculatori e noi dei cittadini stessi.

Non siamo avversi allo sviluppo industriale, lo siamo quando questo avviene nei modi e nelle forme fin qui adottate.

In questo 2009, riproponiamo le forme di compensazione necessarie per innescare una politica del risanamento, del riequilibrio, ed a quelle forme di sviluppo nel rispetto della sostenibilità.

Noi riteniamo che le responsabilità siano diffuse fra chi inquina e degrada, e chi lo permette, in questo caso le istituzioni.
Il degrado fisico ha consentito il minor valore dal patrimonio privato, impedito altre forme di sviluppo economico come il turismo, ha fortemente inciso sulla salute pubblica-

La industria principale che produce idrocarburi, ospita un impianto pericolosissimo “LC Finning“, ed oggi, grazie a particolarissime procedure, è riuscita ad ottenere l’autorizzazione per realizzare un nuovo impianto denominato HMU3, per la produzione di idrogeno, necessario per lavorare il greggio ad alto contenuto di zolfo proveniente probabilmente dalla Libia. Qui si avvera la strategia, l’idrogeno viene ottenuto con sistema Shift dal metano, il metano viene fornito dalla Rete gas Snam, che a sua volta ha in atto, la realizzazione della centrale di compressione gas nel contestatissimo sito a Monforte Marina ai limiti di zone delimitate ma facilmente manipolabili.
Nello stesso tempo la Edipower, che produce energia elettrica con impianti ad olio, potenzia i suoi impianti a 1600 Mgwatt, e la Soc Terna Spa, progetta il nuovo elettrodotto Terna da 380 KV ed attiva procedura autorizzativa molto discussa . Nella impostazione strategica non citiamo altre iniziative soppresse come l’aeroporto del Mela, il polo nautico etc.
Quindi una gestione strategica degli interventi in un habitat favorevole, senza alcuna contropartita utile per le problematiche ambientali, le conseguenze di tali scellerate scelte, chi li pagherà se non lo Stato.
La Edipower è riuscita ad ottenere la certificazione EMAS, cosa sorprendente, ma in Sicilia questo può accadere, mentre le centraline da essa acquistate per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, sono state consegnate alla Provincia di Messina ma non vengono attivate. L’Arpa è totalmente assente, il Comune di S. Filippo del Mela che ospita la Centrale termoelettrica entra in Agenda 21, il Comune di Milazzo accoglie con entusiasmo la legge contro le puzze.
L’A.S.I. cerca di aggiornare il suo piano per adeguarsi ai nuovi impianti.
Questa è la situazione di sintesi tecnica e non tecnica della Valle del Mela, ed i comuni che ne fanno parte soccombono al ricatto occupazionale.
Non si capisce perché l’Ass.re Regionale del Friuli si permette di intimare alle industrie che inquinano di non farlo, pena la chiusura della attività mentre quello della Regione Sicilia è silente.

Lo scrittore Romano Battaglia, scrive che “il silenzio è uno spazio necessario per trovare la propria identità …. La nostra vita scorre in mezzo al chiasso, tra fiumi di parole spesso inutili che servono solo a coprire le nostre incertezze… su questa nostra età tanto progredita tecnologicamente e tanto umanamente regredita “ .
Ma non crediamo a tanta prospezione interiore, il silenzio forse è strategico, ed in Sicilia è pieno di significati.
Per l’anno che verrà, rivendichiamo il riconoscimento dei diritti ed

il Principio dello sviluppo sostenibile :

1. Ogni attività umana giuridicamente rilevante deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future.
2. Anche l'attività della pubblica amministrazione deve essere finalizzata a consentire la migliore attuazione possibile del principio dello sviluppo sostenibile, per cui nell'ambito della scelta comparativa di interessi pubblici e privati connotata da discrezionalità gli interessi alla tutela dell'ambiente e del patrimonio culturale devono essere oggetto di prioritaria considerazione.
3. Data la complessità delle relazioni e delle interferenze tra natura e attività umane, il principio dello sviluppo sostenibile deve consentire di individuare un equilibrato rapporto, nell'ambito delle risorse ereditate, tra quelle da risparmiare e quelle da trasmettere, affinché nell'ambito delle dinamiche della produzione e del consumo si inserisca altresì il principio di solidarietà per salvaguardare e per migliorare la qualità dell'ambiente anche futuro. 4. La risoluzione delle questioni che involgono aspetti ambientali deve essere cercata e trovata nella prospettiva di garanzia dello sviluppo sostenibile, in modo da salvaguardare il corretto funzionamento e l'evoluzione degli ecosistemi naturali dalle modificazioni negative che possono essere prodotte dalle attività umane.

I Principi di sussidiarietà e di leale collaborazione
Lo Stato interviene in questioni involgenti interessi ambientali ove gli obiettivi dell'azione prevista, in considerazione delle dimensioni di essa e dell'entità dei relativi effetti, non possano essere sufficientemente realizzati dai livelli territoriali inferiori di governo o non siano stati comunque effettivamente realizzati. Il principio di sussidiarietà opera anche nei rapporti tra Regioni ed enti locali minori.

Diritto di accesso alle informazioni ambientali e di partecipazione a scopo collaborativi:
1. In attuazione della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, e delle previsioni della Convenzione di Aarhus, ratificata dall'Italia con la legge 16 marzo 2001, n. 108, e ai sensi del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195, chiunque, senza essere tenuto a dimostrare la sussistenza di un interesse giuridicamente rilevante, può accedere alle informazioni relative allo stato dell'ambiente e del paesaggio nel territorio nazionale.

Il concetto del danno ambientale

da applicarsi a qualsiasi deterioramento significativo e misurabile, diretto o indiretto, di una risorsa naturale o dell'utilità assicurata da quest'ultima. Ai sensi della direttiva 2004/35/Ce costituisce danno ambientale il deterioramento, in confronto alle condizioni originarie.

L’Attuazione del principio di precauzione

In applicazione del principio di precauzione di cui all'articolo 174, paragrafo 2, del Trattato Ce, in caso di pericoli, anche solo potenziali( mediante analisi o valutazione scientifica obiettiva), per la salute umana e per l'ambiente, deve essere assicurato un alto livello di protezione. Il fatto è che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, in applicazione del principio di precauzione, ha facoltà di adottare in qualsiasi momento misure di prevenzione, ai sensi dell'articolo 304 (non ci pare che tale principio abbia trovato riscontri nella valutazione di Impatto Ambientale delle iniziative sopra elencate)

Proposta essenziale per il riequilibrio ed il risanamento

1- contrastare il degrado ed il minor valore del patrimonio consentendo l’acquisto, nella Valle del Mela, dei prodotti energetici ( carburanti, energia elettrica, gas ) a prezzi agevolati ;
2- Assentire la realizzazione di nuovi impianti o l’ampliamento di quelli esistenti, solo se ad emissione zero, e non accrescano il degrado;
3- Stimolare la formazione di strumenti normativi per la valorizzazione paesistica e del patrimonio storico culturale;
4- Riqualificare la struttura sanitaria per renderla idonea alla emergenza delle patologie degenerative;
5- Rigenerare l’impianto normativo per lo sviluppo ordinato e sostenibile del territorio della Valle del Mela;

Milazzo lì 3 Gennaio 2009

Il Vice Presidente T.A.T.
Arch. Salvatore Crisafulli
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