Della nuova Regione a Statuto speciale-fantasmagorico faranno parte pure Atene e Cuba. Saranno cambiate la lingua e la moneta. Comanderà un Commissario autoproclamato e sarà ripristinato lo Ius primae noctis
8 febbraio 2009 - La Regione dei Nebrodi è ormai quasi realtà e quando l’ultimo ‘siciliano’ sarà morto non ci saranno più ‘siciliani’ ma solo ‘nebrodiani’ o ‘nebrodensi’. Anche la moneta non sarà più l’euro ma il “tarallo nebrodensis”, recante le effigi del Commissario, di Dionisio, Apollo ed Eracle (se si comportano bene). Con un ‘tarallo nebrodensis’ si potrà comprare un ‘crastus variegatus’, un cerbiatto geneticamente modificato, un daino e una lavabiancheria (ad energia eolica). La lingua parlata sarà un misto di sanfratellano, aluntino e greco-cubano, eccetto per i nomi propri di persona che dovranno essere di derivazione ellenistico-romana. Non sarà più possibile chiamarsi Nunzia o Peppino ma Nunzias o Peppinos. L'ideale sarà Agnese (dal greco agnos, casta e pura) o, per gli appassionati di canoa, che andranno a praticare nel lago Maulazzo, Remigio (dal latino Remigius, vogatore). L'emblema non sarà una lupa ma una maialina nera dei Nebrodi che allatta. La Regione dei Nebrodi avrà il suo statuto, il suo codice della strada, il suo codice penale e il suo kamasutra e il suo martirologio. E poiché quello della Sicilia garibaldina è uno Statuto speciale, la Regione dei Nebrodi si darà uno Statuto fantasmagorico, fondato sul calendario e sui fuochi d'artificio. La messa sarà celebrata col rito greco-ortodosso dell’antica Halaesa. 'Messa' deriverà dal verbo mettere. Inoltre, per statuto sarà tre volte Natale, sei volte Ferragosto e festa tutto l’anno, anche i mutui potranno parlare mentre i soldi già lo fanno. E si farà l'amore ognuno con chi gli va, senza grandi disturbi (nemmeno di prostata), fino a una certa età (163 anni). All'amore ad ogni età sarà intitolata una via: 'Via Gra'. Riguardo alla popolazione qualcuno sparirà, ma resteranno sempre i troppo furbi e i cretini di ogni età. Vedi caro amico cosa si deve inventare…? Un canto risorgimentale riferendosi all’unità d’Italia diceva: "E’ o non è nu fattu stranu? / Nascivi 'n Sicilia e sugnu 'Talianu".
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